Secondo l'ultimo resoconto fornito da Hrana (Human Rights Activists News Agency) sono finora 287, tra cui 46 minori, i manifestanti rimasti uccisi nei disordini in tutto l'Iran nelle proteste a seguito dell'uccisione della giovane, di origini curde, Mahsa Amini.

Il numero delle vittime comprende anche 36 membri delle forze di sicurezza. Oltre14mila, invece, le persone arrestate, tra cui circa 300 studenti.

Questo il bilancio delle proteste che hanno interessato 133 località iraniane e 129 università.

E nonostante le autorità iraniane processeranno pubblicamente circa 1.000 persone incriminate per i disordini scoppiati a Teheran, i manifestanti non hanno alcuna intenzione di far terminare le manifestazioni di protesta che in queste ore, oltre che la capitale, stanno interessando anche la città di Isfahan.

Il clero iraniano ha cercato di serrare le fila dei propri sostenitori inventandosi che a supporto delle proteste vi sia la regia di Stati Uniti ed Israele... ma la boutade non ha sortito effetto, facendo ipotizzare che  l'attuale organizzazione dello Stato, basata sul potere clericale, possa essere a rischio. 

Sono in pochi a credere che gli ayatollah possano abbandonare il Paese e che i manifestanti abbiano la forza sufficiente per raggiungere tale obiettivo, però sono sempre di più coloro che non escludono la possibilità di aperture importanti nella gestione della cosa pubblica e nel riconoscimento dei diritti.