La storia è quella di Mario Furlan, un ex bullo che da adulto ha fondato i City Angels, associazione che di notte, a Milano, raccoglie i senzatetto per strada e di giorno serve loro un pasto caldo.

Spesso capita che i tribunali gli affidino minori ai servizi sociali.

Diventò un bullo, perché per primo lui ha subì atti di bullismo alle elementari perché era "ciccione" e per questo veniva picchiato e deriso, costretto a girare per tutta la scuola con un cartello su sui era scritto sono gay, e non riusciva a ribellarsi.

Diventò amico di Sergio, il capobanda, compiendo atti che lo facevano sentire "fico", come rubare giornali porno, e che finivano a Sergio come regali... così si ingraziò il capobanda. Questa trasformazione psicologica di ribellione lo aveva reso più forte.

La sua prima vittima fu un ragazzino un po’ impacciato, a cui tirava degli schiaffi ogni volta che gli passava davanti. Vinceva, si sentiva vincente. Mario ha smesso di essere un bullo quando ha steso un ragazzo con una mossa di judo, dopo che sua mamma per insegnargli a non avere paura lo aveva iscritto ad un corso di autodifesa.

Aveva cominciato a sentirsi male dentro, quando picchiava gli altri. Il bullo è il primo ad essere fragile. Molto spesso è stato a sua volta vittima di bullismo. Per questo ha come due anime dentro: una buona ed una cattiva, una che gli dice di compiere certi gesti, un'altra che gli dice di non farlo. Non riesce a farsi rispettare con la ragione e finisce per usare la violenza.

Ma spesso l'arroganza nasconde una grande fragilità. Se a loro si tiene testa, si aprono, piangono, perché spesso sono ragazzi soli che hanno bisogno di appoggio e sicurezza che loro cercano nella forza fisica perché nessuno gli ha fatto capire che quella interiore è ben più importante e duratura.