Il criminologo Vincenzo Musacchio analizza la seconda Relazione semestrale della Dia per l’anno 2022.

La relazione Dia del secondo semestre 2022 fotografa una mafia silente, corruttiva e mercatistica che ho descritto, da studioso del fenomeno criminale mafioso e delle sue evoluzioni, da oltre cinque anni. È senza ombra di dubbio la ‘ndrangheta la mafia più potente d’Italia. La sua struttura granitica, la sua potenza economica e militare e il forte radicamento nel territorio fanno della ‘ndrangheta una multinazionale del crimine con mire nazionali e transfrontaliere.

La Dia si concentra giustamente anche sulla soglia di vigilanza negli appalti ed erogazioni pubbliche. I controlli in questi settori vanno massimizzati con un approccio adeguato ai tempi. Occorre superare una volta per tutte l'idea che la criminalità organizzata sia confinata entro ristretti limiti nazionali. È indispensabile una conoscenza approfondita e condivisa sulle mafie contemporanee che ponga in primo piano le attività di contrasto a livello europeo ed internazionale.

Per una efficace prevenzione e per una altrettanto incisiva repressione occorre coinvolgere tutti gli attori della cooperazione internazionale (soprattutto forze di polizia e magistratura). Le nuove mafie hanno la capacità di saper cogliere e sfruttare celermente le trasformazioni politiche, economiche, sociali. Utilizzano abilmente le moderne tecnologie e dominano i mercati economico finanziari su scala globale sfruttando ogni opportunità di profitto e realizzando una notevole espansione speculativa transnazionale. Le moderne organizzazioni criminali di stampo mafioso hanno nel loro dna la capacità di adattamento alla variabilità dei contesti in cui operano.

Godono di un importante tessuto relazionale anche a livello sovranazionale. L'uso della violenza è sempre di più una extrema ratio poiché preferiscono da tempo la corruzione e le azioni silenti e possibilmente legali o al limite dell’illegalità. Le nuove mafie sono mercatistiche e approfittando della disponibilità di ingenti capitali accumulati con le tradizionali attività criminali investono e riciclano ovunque nel mondo. Il vincolo associativo oggi non si regge più sull’intimidazione ma sul profitto e sulle ripartizioni di grandi ricchezze.  

Il consenso oggi è acquisito proprio creando il cd. “welfare mafioso” approfittando della forte sofferenza economica che caratterizza alcune aree del Paese, in special modo in tempi di crisi economica mondiale. I nuovi mafiosi sono sempre al passo con le più avanzate strategie di investimento riuscendo a cogliere anche le opportunità offerte dei fondi europei ed internazionali. Nelle nuove strategie di lotta alla criminalità organizzata è necessario saper operare anche del metaverso delle comunicazioni criptate e in generale del web, sia la rete internet, sia il dark web, sia i deep web. C’è da preoccuparsi e non poco.


Vincenzo Musacchio, criminologo forense, giurista, associato al Rutgers Institute on Anti-Corruption Studies (RIACS) di Newark (USA). È ricercatore indipendente e membro dell’Alta Scuola di Studi Strategici sulla Criminalità Organizzata del Royal United Services Institute di Londra