I combattimenti più aspri della guerra in Ucraina si registrano ad est, dove i russi stanno concentrando il loro sforzo, ma, a quanto pare, senza ottenere risultati particolarmente significativi, soprattutto in funzione del numero di uomini e mezzi impiegati.

Ottenere però un quadro perfettamente aggiornato di quanto sta accadendo sembra difficile, se non impossibile, perché i bombardamenti, tramite aerei e artiglieria, sono costanti, per cui la copertura che i media possono offrire è parziale e frammentata.

Secondo Kiev,  i russi starebbero cercando di conquistare le aree di Lyman, nell'oblast di Donetsk, e quelle di Sievierdonetsk e Popasna, nell'oblasti di Luhansk, ma senza però riuscirvi. 

Da registrare, inoltre, Mosca cerca di sfondare anche nel sud, tentando di avanzare verso Odessa dalla testa di ponte della regione di
Kherson, mentre le forze finora impegnate a Mariupol starebbero iniziando a muoversi verso nord, mentre nella città portuale sul Mar d'Azov continua la resistenza dei difensori ucraini asserragliati nell'acciaieria Azovstal, insieme a numerosi civili. 

L'acciaieria, costruita durante l'era sovietica, ha numerosi livelli sotterranei in grado di resistere agli attacchi aerei, ma la carenza di cibo, acqua e munizioni può fare la differenza. Dopo che Putin aveva detto che l'acciaieria sarebbe stata circondata senza che venisse attaccata, venerdì sarebbe stata nuovamente sottoposta a pesanti bombardamenti, mentre aumentano gli appelli per farne uscire almeno i civili intrappolati all'interno, oramai allo stremo.

Inoltre, secondo l'intelligence ucraina, Putin starebbe smaniando per poter sbandierare, entro il 9 maggio, un qualche successo nella guerra in corso. Per questo, starebbe spingendo per indire  con ogni mezzo un referendum per far diventare l'oblast di Kherson la Repubblica popolare di Kherson che, ovviamente, come le altre autoproclamatesi repubbliche del Donbass chiederebbe poi l'annessione alla Russia. Ma, sempre secondo l'intelligence militare ucraina, i piani russi hanno trovato un ostacolo finora invalicabile nella controffensiva di Kiev e nell'attivismo dei cittadini di quella regione che di diventare russi non hanno la minima intenzione.

Sul piano diplomatico, continuano giornalmente, in videoconferenza, i colloqui di pace, anche se sembrano farsi sempre più complicati. "Al momento", in base ha quanto dichiarato da Lavrov all'agenzia di stampa cinese Xinhua e pubblicato sul sito web del ministero degli Esteri russo, "le delegazioni russa e ucraina stanno discutendo una bozza di un possibile trattato", in cui però la Russia pretende di includere anche la revoca delle sanzioni imposte nei suoi confronti.

Sanzioni che, nelle prossime settimane, potrebbero iniziare a far aumentare l'inflazione, così tanto da incidere fin da subito in maniera pesante sul potere d'acquisto dei russi. Nelle speranze di Kiev e dei suoi alleati ciò dovrebbe costituire un elemento di pressione su Putin in modo da indebolirne la leadership.

In Ucraina, invece, si deve affrontare adesso anche la carenza di carburante, sia perché ne hanno la priorità le forze armate, sia perché i russi hanno distrutto alcune raffinerie. A tal proposito Zelensky ha annunciato che un nuovo sistema di approvvigionamento, via terra, permetterà entro un paio di settimane di risolvere il problema.


Aggiornamento ore 19.

Le truppe russe hanno lanciato un attacco missilistico nella regione di Odessa. Colpito l'aeroporto, con la pista che è stata danneggiata, rendendone impossibile l'utilizzo.

In precedenza, le autorità locali avevano affermato che la Russia avrebbe assoldato criminali locali per organizzare provocazioni e rivolte di massa con l'intento di rovesciare il governo della regione il 2 maggio.  Per tale motivo ad Odessa è stato imposto il coprifuoco dalla sera del 1 maggio fino al 3 maggio.

Un piccolo gruppo di civili, 25 persone tra cui 6 14enni, è uscito dall'acciaieria Azovstal, a Mariupol.


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