Questo venerdì il 62enne generale Qasem Soleimani - quello che possiamo definire il responsabile delle forze armate iraniane e colui che ha guidato le operazioni militari iraniane in Siria e Libano tramite la Forza Quds, un'unità speciale del Corpo delle Guardie della rivoluzione islamica - ed altri rappresentanti delle milizie appoggiate dall'Iran sono stati vittime di attentato, di cui gli Stati Uniti hanno rivendicato la paternità, mentre stavano lasciando l'aeroporto di Baghdad a bordo di due auto colpite da missili lanciati da droni (fonti irachene parlano invece di elicotteri).

Secondo quanto riportato dai media, il generale Soleimani era arrivato in aereo dal Libano o dalla Siria. A seguito dell'attacco, sarebbero almeno sette le persone rimaste uccise

Il presidente Donald Trump ha commentato la notizia pubblicando un tweet con una bandiera americana...


Dalla Casa Bianca, per ora, non è stata rilasciata alcuna dichiarazione ufficiale. Lo ha fatto invece il Dipartimento della Difesa con una nota del Pentagono in cui si dichiara che il generale Soleimani "stava sviluppando dei piani per attaccare diplomatici e membri dei servizi americani in Iraq e in tutta la regione".

"L'attacco - prosegue la nota in cui si ricorda che l'azione è stata approvata dal presidente Trump - ha lo scopo di dissuadere l'Iran dal progettare in futuro piani analoghi".

Nell'attacco sarebbe rimasto ucciso anche Abu Mahdi al-Muhandis, comandante della milizia irachena Kataib Hezbollah, che Washington aveva ritenuto responsabile dell'attacco missilistico in cui una settimana fa era stato ucciso un appaltatore americano nel nord dell'Iraq. A seguito di quell'attacco gli americani avevano a loro volta ucciso oltre venti membri di Kataib Hezbollah che, qualche giorno fa, avevano poi organizzato una manifestazione nella zona verde di Baghdad attaccando l'ambasciata americana.


Secondo quanto riportato dall'agenzia Irna, il leader supremo dell'Iran, l'Ayatollah Khamenei, ha commentato quanto accaduto come il "martirio" di Qasem Soleimani, aggiungendo che una dura e severa "vendetta" attende i "criminali" responsabili dell'attentato. Khamenei ha poi annunciato tre giorni di lutto.

Anche il presidente iraniano Hassan Rouhani ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che "gli iraniani si vendicheranno" dell'atto odioso compiuto dagli Stati Uniti assassinando il generale generale Qasem Soleimani.


Tra le reazioni, da segnalare quella del presidente iracheno Abdul Mahdi che in una nota ha definito l'attacco aereo all'aeroporto di Baghdad - in violazione degli accordi che regolano  la presenza militare americana nel Paese - un atto di aggressione contro l'Iraq e una violazione della sua sovranità che porterà alla guerra in Iraq, nella regione e nel mondo.


Sulla stessa lunghezza d'onda Hamas, il cui portavoce Bassem Naim ha dichiarato su Twitter che questo assassinio "apre le porte della regione a tutte le possibilità, tranne la pace e la stabilità. Gli Stati Uniti ne sono responsabili".


Anche i democratici, con le dichiarazioni di Nancy Pelosi, Joe Biden ed Elizabeth Warren, si dicono certi che l'attacco non potrà che aumentare le tensioni nella regione e non contribuirà certo a calmarle. Nancy Pelosi ha sottolineato anche il fatto che la decisione di far ricorso all'uso della forza è stata presa senza prima aver sentito il parere del Congresso.