Maria Isabel de Hilario non aveva mai conosciuto Oscar Romero. Nel 1981, un anno dopo il suo assassinio, Maria Isabel è certa che sia stato li a farle visita nel suo letto d'ospedale: «Mi ha messo la mano sulla testa e mi ha detto non sarà più necessario per te continuare a stare qui. Guarirai.» Ogni domenica, Maria Isabel de Hilario va a pregare sulla sua tomba.

Solo nel 1997 la Chiesa cattolica aprì la causa di beatificazione dell'arcivescovo Oscar Romero, 17 anni dopo il suo assassinio, avvenuto il 24 marzo 1980, mentre stava celebrando la messa nella cappella dell'ospedale della Divina Provvidenza, ad opera di un sicario che agiva per conto del governo di El Salvador.

Passarono però molti anni prima che la Chiesa si decidesse a compiere quello che era un atto dovuto. È stato Papa Francesco, con un proprio decreto, il 3 febbraio 2015 a riconoscere il martirio "in odium fidei" di monsignor Romero. E Oscar Romero, in una cerimonia solenne che si tenne a San Salvador il 23 maggio 2015, fu dichiarato beato.

Il 6 marzo 2018, papa Francesco ha poi riconosciuto il miracolo, necessario per la canonizzazione, e nel successivo Concistoro del 19 maggio lo ha dichiarato santo.
Si terrà in piazza San Pietro, domenica 14 ottobre, la cerimonia nel corso della quale "Óscar Arnulfo Romero y Galdámez" sarà iscritto nell'Albo dei santi.

Saranno almeno 5mila i salvadoregni presenti alla canonizzazione. Tantissimi per un Paese piccolo e non certo ricco. Ma il ricordo di Romero tra i cattolici salvadoregni è vivo e ben presente, tanto che la cripta della cattedrale di San Salvador, dove sono conservate le sue spoglie, riesce a malapena ad accogliere le migliaia di pellegrini che arrivano a pregare davanti alla sua tomba. E sono anche molti i fedeli che visitano la cappella dell'ospedale dove è stato assassinato mentre celebrava messa.

Sulla canonizzazione di Oscar Romero, l'attuale arcivescovo di San Salvador, Jose Luis Escobar Alas, ha dichiarato: «È il più grande dono che possiamo immaginare, è la più grande benedizione dal cielo, il mondo intero che riconosce la sua santità... perché in tal modo non solo la sua persona, ma anche i suoi insegnamenti vengono canonizzati.»

Una considerazione non certo banale, specialmente di questi tempi. La sua beatificazione era stata ostacolata dall'avversione di Giovanni Paolo II per la teologia della liberazione, perché troppo di sinistra. Ma gli ultimi e i poveri, con Papa Francesco, sono "tornati di moda" all'interno della Chiesa, con grande dispetto dei tradizionalisti supportati dalle forze politiche di estrema destra, se non dichiaratamente fasciste.

Per questo, l'appuntamento di domenica prossima in piazza San Pietro non riguarderà solo il Salvador o la fede, ma avrà anche un forte significato politico, anche per i non credenti. E allora...

¡QUE VIVA SAN ROMERO DE AMÉRICA!