La sanità è in bilico tra speranze e timori per le risorse da destinare al settore nella prossima Legge di Bilancio.

Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, aveva avanzato una richiesta di altri 4 miliardi di euro per il 2024, oltre ai 2,3 già stanziati dalla precedente manovra.

In relazione alla proposta aveva anche incontrato il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, e da quella riunione era emerso che si potevano reperire almeno 2,5-3 miliardi.

Poi è arrivata la doccia fredda di Giorgetti al meeting di CL a Rimini: "Non si potrà fare tutto".

Una frase che, ovviamente, non riguardava direttamente la Sanità, ma che ha fatto drizzare le antenne a chi operi in quel settore, considerando che non è tra le priorità del Governo (come lo è invece il mantenimento del taglio del cuneo fiscale) e che le risorse sono scarse a causa di una crescita economica inferiore alle attese.

Schillaci ha cercato comunque di rassicurare: "Con la prossima legge di bilancio vogliamo incrementare il Fondo, da destinare soprattutto al personale sanitario. Abbiamo già introdotto incentivi per l'emergenza urgenza e vietato l'uso dei medici a gettone. Ora stiamo lavorando per potenziare gli organici.Abbiamo una visione di medio-lungo termine. Non bastano gli interventi tampone o il semplice aumento di fondi per garantire la salute a tutti. Serve ripensare a una medicina pubblica più vicina alle persone e più innovativa. Su questo stiamo collaborando con regioni, associazioni e parti sociali, con un dialogo costruttivo e propositivo, e continueremo a impegnarci per il bene del Servizio sanitario nazionale e di tutti noi".

Ma a confermare le preoccupazioni sono alcuni dettagli trapelati che parlano di una nuova spending review (tradotto: nuovi tagli) su posti letto e appropriatezza delle cure.

Ad oggi, la sanità è uno dei settori pubblici più sottofinanziati e più controllati (anche con una burocrazia molto pesante) rispetto a molti altri... basti pensare ai vari limiti di spesa (personale, privato, farmaci, dispositivi medici ad esempio). Certo si può sempre migliorare, ma è difficile pensare di trovare qualcosa in un barile già svuotato negli ultimi 15 anni, senza correre il rischio di ridurre ancora di più i servizi ai cittadini.

Inoltre, molti risparmi sono già previsti dallo stesso Pnrr dove dal 2027 si punta a risparmiare 134 milioni dalla riduzione dei ricoveri ospedalieri per i pazienti cronici. Inoltre, l'obiettivo è di ridurre l'accesso inappropriato al Pronto soccorso, eliminando il 90% dei codici bianchi e il 60% dei codici verdi per un risparmio potenziale di 719 milioni di euro. Infine, si spera di ricavare 329 milioni da un uso più appropriato di farmaci cardiovascolari, antibiotici e gastrointestinali.

Di previsioni di risparmio, quindi, già ce ne sono e forse sarebbe meglio concentrare tutte le energie proprio sul Pnrr la cui realizzazione è ancora lontana, visto che quanto tutto è a posto sulla carta, in fase di realizzazione non si è ancora concretizzato.

Anche per la sanità l'autunno si preannuncia caldo nella consapevolezza delle molte difficoltà da superare che, senza nuovi fondi, potrebbero diventare insormontabili.