Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto al Palazzo del Quirinale il Prof. Giuseppe Conte, al quale ha conferito l'incarico di formare il governo. Il Prof. Conte si è riservato di accettare.

L'incontro al Quirinale è durato circa un'ora e mezzo. Al termine, Conte si è presentato ai giornalisti, rilasciando una dichiarazione in cui ha descritto il Governo che ha in mente per il prosieguo della legislatura.

"Non sarà un governo contro, ma per il bene dei cittadini, per modernizzare il Paese e rendere la nostra nazione ancora più competitiva nel contesto internazionale, ma anche più giusta e inclusiva". Questo è ciò che ha dichiarato il presidente incaricato per riassumere le linee guida del nuovo esecutivo.

"È il momento del coraggio e della determinazione - ha proseguito Conte - per disegnare un Paese migliore, senza lasciarsi frenare dagli ostacoli. Di mio ci aggiungo tanta passione che sgorga naturale. Molto spesso ho evocato la formula di un nuovo umanesimo... non era uno slogan per un governo, ma un orizzonte".



Ma che cosa farà di concreto Conte?

Una manovra che contrasti l'aumento dell'Iva, tuteli i risparmiatori, dia una solida prospettiva di crescita e sviluppo sociale per dar vita ad una stagione riformatrice, di rilancio, di speranze, che offra certezze al Paese.

Conte ha auspicato un Paese migliore, un Paese che abbia infrastrutture sicure, reti efficienti, che si alimenti con energie rinnovabili, che valorizzi i beni comuni, che integri stabilmente nella propria agenda politica il benessere eco-sostenibile, che rimuova diseguaglianze di ogni tipo.

"Deve essere un Paese di riferimento nella protezione delle persone con disabilità, che non lasci che i giovani si disperdano con esperienze all'estero, ma che sia un Paese attraente per giovani che sono all'estero, che veda un Mezzogiorno rigoglioso.

Un Paese nel quale la pubblica amministrazione non sia permeabile alla corruzione, un Paese con una giustizia più equa ed efficiente, dove le tasse le paghino tutti, ma proprio tutti, ma le paghino meno".


Il Conte 2.0, che in base al linguaggio di Grillo negli ultimi dodici mesi ha compiuto un percorso iniziatico che lo ha portato ad elevarsi tanto da essere accolto tra gli eletti dell'olimpo pentastellato, non è più pertanto da considerarsi un mezzano che faccia da intermediario tra gli opposti interessi di due forze politiche, ma un grillino a tutti gli effetti che dovrà mettere in atto ciò che i 5 Stelle hanno promesso ai loro elettori nel programma elettorale.

Chi non lo ha ancora compreso, probabilmente perché non vuole accettare il ridimensionamento del proprio ruolo, è il capo politico 5S Luigi Di Maio, che nei colloqui con il Partito Democratico pretendeva per sé ruoli da vicepremier e ministro.

Di Maio è pertanto  l'altro sconfitto di oggi, oltre a Salvini. Da vedere se riuscirà a capirlo e, ancor di più ad accettarlo. Solo così il Conte 2.0 avrà qualche speranza di poter nascere.