Nella missione numero 80, iniziata a inizio febbraio con la partenza dal porto di Barcellona, la Open Arms ha effettuato due salvataggi nel Mediterraneo centrale.

Il primo è di venerdì 12, quando dopo alcune ore di ricerca in cui ha dovuto affrontare anche le ostilità dei guardacoste libici, l'equipaggio della ong spagnola ha tratto in salvo 40 persone, tra cui una donna con un neonato, stipate in una piccola imbarcazione di legno.

Domenica, invece, sono state tratte in salvo 106 persone a bordo di un gommone, della cui presenza in mare aveva dato notizia Alarm Phone. 

Pochi minuti dopo aver portato a bordo quelle persone, la barca che le ospitava si è rovesciata e si è spezzata con l'arrivo di un temporale e onde alte 4 metri.

Nelle ore successive, alle 146 persone sulla Open Arms è stato assegnato come PoS per il loro sbarco Porto Empedocle, dove la nave arriverà nella giornata di lunedì, salvo ritardi a causa delle condizioni del mare.


Curiosamente, l'assegnazione di un porto italiano alla nave di una ong, per giunta spagnola, questa volta è passata inosservata ai megafoni del sovranismo italico che, evidentemente, ritengono che per farsi pubblicità in questo momento parlare di migranti, anzi di "immigrati clandestini da scaricare in qualche porto italiano", non porterebbe altrettanti consensi quanto il parlare di Draghi o l'ttaccare Cts e ministero della Salute.