Mentre ieri la situazione in Corea sembrava essere in via di risoluzione, oggi la Cina ha dichiarato la necessità di porre termine quanto prima allo stato di tensione nell'area prima che questo possa degenerare in una crisi irreversibile e al di fuori di ogni controllo.

Questo è quanto ha detto venerdì il ministro degli Esteri cinese Wang Yi a Pechino, parlando ai giornalisti.

Da parte della Corea del Nord, l'agenzia stampa KCNA ha riportato le dichiarazioni di un militare coraeno che dichiarava che il proprio paese sarebbe stato pronto a reagire in caso di qualsiasi atto provocatorio da parte degli amercani.

L'annullamento di alcuni voli verso la Corea del Nord da parte della Air China, era stato riportato dalla televisione di Pechino come sospensione di tutti i voli verso Pyongyang, tanto da far pensare alla possibilità di un attacco. In realtà, la compagnia di bandiera cinese ha sospeso solo alcuni voli a causa della mancanza di un numero sufficiente di passeggeri.

Il 15 aprile, anticipata da una giornata di pioggia, si celebra la Giornata del Sole, anniversario del fondatore della Corea Kim Il Sung, padre di Kim Jong Il e nonno dell'attuale ditattore Kim Jong Un.

La preoccupazione della comunità internazionale è che la ricorrenza del 15 aprile possa essere l'occasione per Kim Jong Un di ordinare un ennesimo test missilistico o nucleare. Come reagirebbero gli americani?

Secondo quanto riporta la NBC in una propria esclusiva, citando un funzionario dell'intelligence USA, gli americani potrebbero lanciare un attacco preventivo con armi convenzionali nel caso ottenessero la conferma delle intenzioni della Corea del nord di effetuare un test nucleare.

Sempre citando la propria fonte, la NBC afferma che gli Stati Uniti hanno posizionato due "destroyer" in grado di lanciare missili da crociera Tomahawk. Uno di questi si troverebbe a sole 300 miglia dal sito dove la Corea del Nord effettua i propri test nucleari.

Inoltre, a Guam sono già dislocati bombardieri in grado di attaccare la Corea del Nord in caso di necessità e, naturalmente, non va dimenticato il gruppo da battaglia che fa capo alla portaerei Carl Vinson dirottato nell'area dalla destinazione prevista in precedenza, l'Australia.

Le conseguenze di un possibile attacco, di cui parlava il ministro degli esteri di Pechino, sarebbero sicuramente imprevedibili.