Dopo il successo del Pd e il disastro del centrodestra, tutti i partiti si trovano a prendere posizione sulle regole del prossimo voto. Con interessi molto diversi.La linea del segretario Enrico Letta e di buona parte del gruppo dirigente è quella di propendere per un sistema di tipo maggioritario, oppure proporzionale ma comunque con un premio di maggioranza al superamento di una soglia di coalizione.In direzione di una legge con correttivo maggioritario si muove anche la Lega, anche alla luce del progetto – per ora sospeso – di federazione con Forza Italia che le permetterebbe di recuperare il terreno competitivo con Fratelli d’Italia.
Questo è quanto ipotizza il quotidiano Domani come una delle conseguenze del voto alle amministrative di ottobre. È "fantastico" leggere tali ipotesi, quasi certamente provenienti dalle segreterie di partito e per nulla inventate, e raffrontarle con il ritornello con cui viene commentata la scarsa affluenza al voto negli ultimi due turni elettorali: "Ha vinto l'astensionimo", "la democrazia è a rischio"...
Nella precedente legislatura il leitmotiv ricorrente era costituito dalla necessità di ricostituire un rapporto diretto tra elettori e eletti in Parlamento. Il risultato è stato l'ennesima legge elettorale porcata, il cosiddetto rosatellum, una farsa per consentire alle segreterie di partito di continuare a far eleggere i propri candidati, facendo credere alla gente di poter scegliere il proprio rappresentante di collegio. Una legge in puro stile renziano... perfetta, sotto tale aspetto.
La conseguenza è che la qualità e gli interessi degli eletti continua a non conciliarsi con le aspettative e le necessità degli elettori.
I vertici dei partiti sono convinti di poter indirizzare il consenso degli elettori con la sola arma della propaganda che, per sua costituzione, tende ad evitare i problemi reali e concreti, soprattutto quelli di cui i "rappresentanti del popolo" dovrebbero essere informati tramite un rapporto diretto e costante con gli elettori del collegio.
Nonostante ciò, i partiti fanno finta di fregarsene oppure non riescono a capire il problema, tanto che finiscono per fare campagna elettorale per le ammnistrative - elezioni locali - parlando di temi nazionali.
E adesso, gli stessi politici che sono responsabili della disaffezione al voto, dicono che alle amministrative di ottobre ad aver vinto è l'astensionismo, che la democrazia è in pericolo... mentre già si danno da fare per rivedere - per l'ennesima volta - una legge elettorale per le elezioni politiche che possa incontrare al meglio gli interessi di bottega delle varie segreterie in base alla necessità di far convivere la sicurezza di un seggio, anche in rapporto a future nuove alleanze.
Gli stessi politici che gridano che la democrazia è in pericolo a causa dell'astensionismo.