Per chi non lo sapesse, l'abrogazione del reato di abuso d'ufficio, così tenacemente voluta dal governo Meloni con la legge n. 114 del 9 agosto 2024, redatta dal ministro Nordio, è all'esame della Corte costituzionale, che deve valutarne la legittimità.

Di recente, anche la sesta sezione penale della Corte di Cassazione - Cass. Sez. VI, ord. 21.2.2025 (dep. 7.3.2025), n. 9442, Pres. Fidelbo, Rel. D'Arcangelo, ric. Spinelli - ha sollevato una questione di legittimità costituzionale riguardo l'abrogazione di quel reato, ritenendola potenzialmente in contrasto con gli articoli 11 e 117, primo comma, della Costituzione, agli obblighi internazionali assunti dall'Italia, come quelli derivanti dalla Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione (Convenzione di Merida), in relazione agli articoli 11 e 117, primo comma, della Convenzione dell'Organizzazione della Nazioni Unite contro la corruzione, adottata dall'Assemblea generale dell'ONU il 31 ottobre 2003 e ratificata con legge 3 agosto 2009, n. 116.

La Cassazione si è detta preoccupata che l'eliminazione dell'articolo 323 del codice penale possa ridurre l'efficacia della prevenzione della corruzione nella pubblica amministrazione, contravvenendo agli impegni internazionali presi dal nostro Paese. 

Dopo aver fatto il danno, il governo Meloni ha cercato di mascherarlo ritornando in parte sulla precedente decisione introducendo il nuovo reato di indebita destinazione di denaro o cose mobili, che prevede pene da sei mesi a tre anni per i pubblici ufficiali che destinino denaro o beni mobili ad usi diversi da quelli previsti dalla legge, procurando un ingiusto vantaggio patrimoniale o un danno, inoltre sono state apportate modifiche anche al traffico di influenze illecite, con l’innalzamento del minimo edittale della pena da un anno a un anno e sei mesi.

Modifiche, evidentemente, non ritenute sufficienti da parte della Corte di Cassazione, la cui iniziativa non è isolata e rafforza in maniera importante le precedenti rimessioni alla Corte costituzionale da parte di vari tribunali italiani (ben otto), tra cui quelli di Firenze e Bolzano, che hanno sollevato dubbi sulla conformità dell'abrogazione agli articoli 97, 11 e 117 della Costituzione.

La Corte costituzionale ha programmato la discussione sulla questione per il 7 maggio 2025, data in cui si pronuncerà sulla legittimità dell'abrogazione del reato di abuso d'ufficio. 

Per una spiegazione più dettagliata della questione, è disponibile questo video...