Carola, in colpa per essere nata “bianca, tedesca e ricca” e Sören (ricordate? Il suo motto pare sia “rimanere ribelle, rimanere marciume”) ringraziano il PD per le donazioni alla nave pirata Sea Watch.

Questa la dichiarazione non di un bullo di periferia, ma quella di un ministro della Repubblica... inutile dire quale. Il problema della vicenda Sea-Watch, in fondo, è tutto qua: far ritenere normale e dovuto ciò che normale e dovuto non è... a partire dal fatto che salvare delle persone in mare sia un reato.

Una follia che è diventata convinzione (anche grazie al supporto - di certo codardo - del capo dello Stato) in gran parte dell'opinione pubblica, rimbecillita da slogan e selfie, che ormai da tempo ha rinunciato a far funzionare il cervello, preferendo crogiolarsi negli slogan urlati dalla propaganda del Dulcamara di turno, senza valutare se siano logici, corretti, sensati... dal punto di vista razionale ed etico.

Un'attività che, per l'appunto, va al di là del puro e beluino istinto di sopravvivenza e che, per l'appunto, richiede l'uso del cervello... Ma è ormai evidente che chi applaude l'odio razziale ed il fascismo latente dell'attuale Governo, il cervello non lo usa o non è in grado di farlo.

E a causa di ciò, 40 persone - 2 per motivi di salute sono state sbarcate in nottata - sono prigioniere della propaganda del cambiamento che, urlante, si richiama a santi e madonne, ad onestà e buon governo, dimenticandosi che nulla può essere prevalente al principio di umanità.

Naturalmente, i "membri" del Governo fanno ricorso all'eristica per giustificare le loro nefandezze, pretendendo così di far credere che il nero sia miracolosamente bianco e viceversa... mentre la realtà è altra e insindacabile, richiamandosi al diritto internazionale e alle istituzioni che lo rappresentano, entrambe riconosciute dall'Italia, ma non da questo Governo.

Ed è questa la sostanza di come la Sea Watch, correttamente, descrive questa vicenda, come dimostrano le dichiarazioni rilasciate questa mattina nella conferenza tenuta dalla Ong con la stampa estera e visibile nel filmato che segue...


Ed a rendere ancora più kafkiana questa vicenda, si aggiunge la notizia dell’iscrizione della capitana Carola Rackete nel registro degli indagati per favoreggiamento e violazione del codice della navigazione, da parte della Procura di Agrigento.


Ma, a dimostrazione della vigliaccheria del capitano di cartone che a parole dice di spaccare il mondo, ma che poi nei fatti - come un pupo qualsiasi  - si strappa i capelli e minaccia ricatti per ricorrere allo scudo parlamentare in modo da non affrontare la conseguenze delle sue dichiarazioni, la capitana Carola, capitana vera e realmente coraggiosa, risponde: "Affronterò tutto con il supporto dei legali e di Sea-Watch, ora voglio solo le persone a terra".

Che altro aggiungere?