Per la Brexit i prossimi giorni potrebbero essere decisivi. Che l'intenzione del governo Johnson sia quella di arrivare alla data del 31 ottobre per portare il Regno Unito fuori dall'Europa senza un accordo con Bruxelles è ormai chiaro a tutti.

All'inizio di settembre, prima della chiusura del Parlamento, i deputati delle opposizioni riuscirono ad approvare una legge che impedisce all'attuale governo di uscire dall'Ue senza che prima sia stato ratificato un accordo che regoli gli scambi con gli altri Paesi europei.

Tutto a posto, allora? Niente affatto.

La spregiudicatezza di Johnson, dimostrata dalla proroga di 5 settimane, poi annullata dalla Corte Suprema, non fa dormire sonni tranquilli alle opposizioni che si attendono, da parte del premier, una mossa a sorpresa per aggirare quanto approvato alla Camera dei Comuni, senza escludere la possibilità che Johnson possa semplicemente ignorarlo, innescando un nuovo conflitto istituzionale tra magistratura e politica.

Quindi, secondo alcune indiscrezioni rilasciate alla stampa britannica, le opposizioni starebbero "ragionando" sulla possibilità di sfiduciare il governo Johnson già dalla prossima settimana, ma non per andare al voto, bensì per sostituirlo con un governo di transizione che possa prima concordare con il Consiglio europeo una nuova data per la Brexit per poi indire nuove elezioni politiche.

Una volta che viene approvata una mozione di sfiducia, i parlamentari britannici hanno 14 giorni di tempo per trovare il sostegno ad un governo alternativo. Se la maggioranza non venisse trovata, allora si andrebbe alle urne.

Pertanto, prima di chiedere un voto di sfiducia a Johnson, le opposizioni vogliono avere la sicurezza di poter avere i numeri per sostenere un governo di transizione. L'unico ostacolo, al momento, sarebbe costituito dal nome di chi lo dovrebbe guidare. Per i nazionalisti dello SNP, Jeremy Corbyn andrebbe benissimo come nuovo premier, ma i Lib Dem lo considerano troppo divisivo, senza dimenticare che il nuovo esecutivo dovrebbe anche ricevere il supporto dal gruppo dei fuoriusciti del partito conservatore. Per tale motivo, sono stati ipotizzati come prossimi nuovi inquilini del 10 di Downing street i nomi di Ken Clarke o Dominic Grieve.

In ogni caso, qualunque sia il prossimo premier, la Gran Bretagna potrebbe presto dire addio a Boris Johnson che, tra l'altro, in queste ore è stato accusato di aver favorito un'amica imprenditrice, sfruttando la propria posizione, mentre ricopriva l'incarico di sindaco di Londra.