Il vicepresidente Kamala Harris ha incontrato oggi alla Casa Bianca il membro del gabinetto di guerra israeliano Benny Gantz. Il vicepresidente ha nuovamente condannato il brutale attacco terroristico del 7 ottobre da parte di Hamas e la presa di ostaggi, tra cui cittadini americani. Ha ribadito il sostegno degli Stati Uniti al diritto di Israele di difendersi dalle continue minacce terroristiche di Hamas e ha sottolineato il nostro incrollabile impegno per la sicurezza di Israele. La Vice Presidente ha espresso la sua profonda preoccupazione per le condizioni umanitarie a Gaza e per la recente terribile tragedia attorno ad un convoglio umanitario nel nord di Gaza. Il Vicepresidente ha discusso dell'urgenza di raggiungere un accordo sugli ostaggi e ha accolto con favore l'approccio costruttivo di Israele ai colloqui sugli ostaggi. Ha invitato Hamas ad accettare i termini sul tavolo secondo i quali il rilascio degli ostaggi comporterebbe un cessate il fuoco immediato di sei settimane e consentirebbe un'ondata di assistenza umanitaria in tutta Gaza. Il Vicepresidente e il Ministro Gantz hanno discusso della situazione a Rafah e della necessità di un piano umanitario credibile e attuabile prima di prendere in considerazione qualsiasi operazione militare importante nella zona, considerati i rischi per i civili. Ha esortato Israele ad adottare ulteriori misure in cooperazione con gli Stati Uniti e i partner internazionali per aumentare il flusso di assistenza umanitaria a Gaza e garantirne la distribuzione sicura a chi ne ha bisogno.

Questo il riassunto della sala stampa della Casa Bianca del faccia a faccia di lunedì tra Kamala Harris e Benny Gantz. Un riassunto che solo in minima parte rispecchia quanto detto dalla stessa Harris domenica in un comizio a Selma, in Alabama, per commemorare il 59° anniversario della Bloody Sunday.

In pratica, siamo passati dal "ci deve essere [a Gaza] un cessate il fuoco immediato" di domenica all'invito ad Hamas del giorno dopo "ad accettare i termini [dell'accordo] sul tavolo", per il raggiungimento del quale la Harris elogia Israele per l'approccio costruttivo... nonostante domenica Tel Aviv non abbia volutamente inviato una propria delegazione al Cairo, dove adesso si stanno tenendo i colloqui.

Pertanto, mettendo una a fianco all'altra le due dichiarazioni rilasciate dalla Harris nell'arco di 24 ore, viene da chiedersi se la vicepresidente non possa essere affetta da schizofrenia acuta!

Ma non è così: si tratta di semplice "paraculismo politico". Supponendo che la Harris non operi come battitore libero, si deve anche supporre che la sua sia la rappresentazione della nuova linea dell'amministrazione Biden.

Pertanto, nei comizi pubblici Biden e la Harris tiferanno per il cessate il fuoco per mitigare la crescente protesta dem per il supporto ad Israele nel genocidio in atto a Gaza, mentre nelle decisioni politiche e governative prese in privato alla Casa Bianca nulla cambierà, con il sostegno ad Israele che rimarrà immutato, nella speranza che quanto prima si arrivi  almeno ad una tregua che possa esser preludio di un cessate il fuoco definitivo... che arrivi in tempo utile per far dimenticare agli elettori, prima del voto di novembre, la complicità dell'amministrazione dem in un massacro che è arrivato a contare ben oltre 100mila vittime palestinesi (tra morti, dispersi e feriti).