Nel 59° anniversario della Bloody Sunday, prima di celebrare i coraggiosi che a Selma (in Alabama), dove si era recata, hanno segnato la storia del movimento per i diritti civili degli afroamericani negli Stati Uniti, ieri la vicepresidente Kamala Harris ha iniziato il suo discorso ufficiale parlando della crisi umanitaria a Gaza.

Queste le sue parole:

Ciò a cui assistiamo ogni giorno a Gaza è devastante. Abbiamo avuto segnalazioni di famiglie che mangiavano foglie o mangime per animali, di donne che davano alla luce bambini con poca o nessuna assistenza medica e di bambini che muoiono di malnutrizione e disidratazione.Come ho detto molte volte, troppi palestinesi innocenti sono stati uccisi. E solo pochi giorni fa, abbiamo visto persone affamate e disperate avvicinarsi ai camion degli aiuti, semplicemente cercando di garantire cibo alle loro famiglie dopo settimane in cui quasi nessun aiuto raggiungeva il nord di Gaza. E si sono trovati di fronte a colpi di arma da fuoco e caos.I nostri cuori si spezzano per le vittime di quell’orribile tragedia e per tutte le persone innocenti di Gaza che soffrono per quella che è chiaramente una catastrofe umanitaria. La gente a Gaza sta morendo di fame. Le condizioni sono disumane. E la nostra comune umanità ci obbliga ad agire.Come ha affermato venerdì il presidente Joe Biden, gli Stati Uniti sono impegnati a fornire con urgenza maggiore assistenza salvavita ai palestinesi innocenti bisognosi.Ieri il Dipartimento della Difesa ha effettuato il primo lancio di aiuti umanitari e gli Stati Uniti continueranno questi lanci. E lavoreremo su una nuova rotta via mare per portare gli aiuti.E il governo israeliano deve fare di più per aumentare significativamente il flusso di aiuti. Niente scuse. Devono aprire nuovi valichi di frontiera. Non devono imporre restrizioni inutili alla fornitura degli aiuti. Devono garantire che il personale, i siti e i convogli umanitari non vengano presi di mira. E devono lavorare per ripristinare i servizi di base e promuovere l’ordine a Gaza in modo che più cibo, acqua e carburante possano raggiungere chi ne ha bisogno.

Come ho ripetuto più volte dal 7 ottobre, Israele ha il diritto di difendersi. E il presidente Joe Biden e io siamo fermi nel nostro impegno per la sicurezza di Israele. Hamas non può controllare Gaza e la minaccia che Hamas rappresenta per il popolo di Israele deve essere eliminata. Hamas è una brutale organizzazione terroristica che ha promesso di ripetere il 7 ottobre ancora e ancora finché Israele non sarà annientato.Hamas non ha mostrato alcun rispetto per la vita innocente, compreso il popolo di Gaza, che soffre sotto il suo governo da quasi due decenni. E Hamas tiene ancora dozzine di ostaggi, ormai da quasi 150 giorni: uomini e donne innocenti, compresi cittadini americani, che sono stati brutalmente portati via dalle loro case e da un concerto.Lo ripeto: la minaccia che Hamas rappresenta per il popolo di Israele deve essere eliminata. E data l’immensa portata della sofferenza a Gaza, ci deve essere un cessate il fuoco immediato almeno per le prossime sei settimane, ciò che è attualmente sul tavolo.Ciò permetterà di liberare gli ostaggi e di far entrare una quantità significativa di aiuti. Ciò ci consentirebbe di costruire qualcosa di più duraturo per garantire che Israele sia più sicuro e rispetti il ​​diritto del popolo palestinese alla dignità, alla libertà e all’autodeterminazione. Hamas afferma di volere un cessate il fuoco. Bene, c'è un accordo sul tavolo. E come abbiamo detto, Hamas deve accettare questo accordo.Otteniamo un cessate il fuoco. Riuniamo gli ostaggi alle loro famiglie. E forniamo sollievo immediato alla popolazione di Gaza. 

Seppure tra equilibrismi e ipocrisie (ad esempio, non ha precisato "chi" ha sparato ai palestinesi che cercavano di accaparrarsi del cibo dai camion degli aiuti), la Harris ha comunque lanciato l'ennesimo messaggio dell'amministrazione Biden a Israele, per far intendere a Netanyahu che continuare a sostenerlo è ormai diventata una impresa quasi impossibile, oltre che elettoralmente dannosa.

Un messaggio chiaro e preciso cui Israele aveva in parte già risposto non inviando ieri una propria delegazione ai colloqui in corso al Cairo per il cessate il fuoco a Gaza.

Ma va anche detto che il governo di Tel Aviv è ormai quasi ufficialmente spaccato e che le parole della vicepresidente sono da interpretare forse più come un'apertura verso Benny Gantz, che sarà a Washington nelle prossime ore e che incontrerà, tra gli altri, proprio la Harris.

Gantz, pur essendo uno dei principali leader dell'opposizione, fa comunque parte del gabinetto di guerra. Il suo viaggio negli Stati Uniti, però, non ha i crismi dell'ufficialità da parte del governo israeliano. La stampa israeliana riporta che Netanyahu non ne fosse a conoscenza fino a venerdì, quando Gantz  lo ha informato chiedendo di discutere quali messaggi trasmettere agli americani.

Una fonte vicina a Netanyahu ha detto che il premier ha chiarito al ministro Gantz che lo Stato di Israele ha un solo primo ministro, precisando anche che il viaggio è stato organizzato senza l'approvazione del premier e in contrasto con le norme governative che richiedono a ogni ministro di concordare con lui in anticipo iniziative simili.

Pertanto, aggiungendo a tutto quanto riportato anche le proteste sempre più pressanti dell'opinione pubblica israeliana per chiedere il cessate il fuoco che consenta la liberazione dei detenuti a Gaza e le dimissioni di Netanyahu insieme alla data di nuove elezioni, la visita di Gantz a Washington potrebbe essere il primo passo di un cambiamento a breve delle dinamiche tra Stati Uniti e Israele (Biden e Netanyahu) che finora hanno alimentato la spropositata e ingiustificata reazione dello Stato ebraico dopo l'attacco del 7 ottobre.