Il segretario di Stato alla Difesa slovacca Igor Melicher ha inoltrato ben quattro dossier accusatori contro l’ex premier Eduard Heger e l’ex ministro della Difesa Jaroslav Naď.

Lancia accuse gravissime: sabotaggio, abuso di potere, violazione nella gestione di proprietà statale. E rincara la dose dicendosi convinto che di fatto hanno tradito il Paese, indebolendo l’esercito persino meglio di quanto riuscirebbe a fare un nemico della patria.

Il discorso si riferisce alla cessione che nel 2023 i due hanno stabilito per l’intera flotta aerea militare slovacca a beneficio di Kiev. Hanno deciso di donare tredici MiG-29 e due sistemi antiaerei KUB.

L’impianto accusatorio si regge, tra l’altro, sul fatto che per una disposizione così importante e delicata non hanno nemmeno interpellato il Parlamento. Proprio da quest’ultimo erano stati sfiduciati qualche tempo prima, cosa che aveva reso provvisorio quel governo. Così, un premier ad interim prendeva decisioni di rilevanza internazionale scavalcando le sue prerogative costituzionali.

In realtà Heger ha fatto leva sull’indeterminatezza del dettato costituzionale su questo tema, ma vi sono giuristi che sostengono il contrario. Infatti il costituzionalista dell’Università Comenius di Bratislava Vincent Bujnak sostiene che nemmeno il voto favorevole del Parlamento sarebbe stato sufficiente a legittimare tale decisione.

Il premier avrebbe dovuto come minimo chiedere un parere alla Corte Costituzionale. Non lo ha fatto perché la risposta sarebbe arrivata dopo mesi o anni e sarebbe stata negativa. Ma oggi lo incolpano di aver lasciato senza una difesa propria lo spazio aereo slovacco, mettendo a rischio la sicurezza dei cittadini.