Un verminaio di sprechi. Così il ministro delle Infrastrutture Toninelli ha descritto il sistema degli appalti delle opere pubbliche che fanno capo al suo ministero.
«Sono entrato in questo ministero e vi confesso che su molte infrastrutture mi son trovato a mettere le mani in un verminaio di sprechi, connivenze corruttive, appalti pilotati, varianti in corso d’opera che hanno fatto esplodere i costi negli anni. È per questo che abbiamo avviato una seria revisione progettuale su queste infrastrutture. Perché non si può più fare a meno di una rigorosa analisi costi-benefici».
E sulla TAV Torino Lione ha detto:
«Rifarsi al Contratto di governo significa voler ridiscutere integralmente l’infrastruttura in applicazione dell’accordo con la Francia. Senza preclusioni ideologiche, ma senza subire il ricatto che ci piove in testa e che scaturisce dalle scandalose scelte precedenti. Quando studio dossier come quello della Tav Torino-Lione, non posso che provare rabbia e disgusto per come sono stati sprecati i soldi dei cittadini italiani. È stato enorme lo sperpero di danaro pubblico per favorire i soliti potentati, certe cricche politico-economiche e persino la criminalità organizzata».
Dopo le elezioni, rispondendo alle domande di alcuni suoi elettori, Luigi Di Maio aveva detto che la TAV Torino Lione non sarebbe andata avanti.
Nel contratto del governo del cambiamento l'argomento TAV più che affrontato è stato rimandato. In campagna elettorale i leghisti della zona hanno confermato ce l'opera si deve fare e deve andare avanti così come è stata progettata.
Questa mattina, il vicepremier ministro dell'Interno Salvini, in un'intervista a Radio 24, ha affermato che per lui la Torno Lione deve andare avanti: «Dal mio punto di vista sulla Tav occorre andare avanti, non tornare indietro. L'opera serve e se per caso da un'analisi attualizzata del 2018 non serve, costa di più bloccarla che non proseguirla? Questo è il ragionamento che varrà su tutto la Tap, la Pedemontana, Terzo Valico.»
Quindi in base al "ragionamento" di Salvini, sarà necessario continuare a portare avanti opere anche inutili, nel caso costasse troppo fermarle o rivederle. Salvini, comunque, si dimentica che anche che l'impatto di opere inutili sull'ambiente ha un costo, non quantificabile nell'immediato, ma che comunque nel futuro verrà sicuramente pagato dalle generazioni a venire.