“Non appoggio la liberalizzazione della droga, ma mi oppongo  al proibizionismo che a mio avviso alimenta la criminalità organizzata”.

Per chiarire a tutti cosa s’intende per "legalizzazione", Musacchio spiega che significa regolamentare, controllare e monitorare le sostanze stupefacenti. Da anni sostiene l'idea di riformare vendita e coltivazione di droghe sotto controllo statale, per sottrarre alle mafie il monopolio del mercato. La sua proposta si basa sulla "libertà condizionata" nella produzione, vendita e consumo di droghe, escludendo la nascita di un libero mercato. Crede che stabilire condizioni legali per queste attività porterebbe benefici tangibili e che il tema debba essere affrontato senza tabù.

Musacchio sottolinea come diversi Paesi, tra cui il Portogallo, hanno rivisto le politiche sulle droghe con riforme efficaci, sebbene controverse, come la crescente legalizzazione della marijuana. Propone che, per limitare i danni sociali delle droghe, esse vadano tutte legalizzate. Anche se molti potrebbero criticarlo, ritiene che la sua posizione sia sostenibile e porta a supporto proprio i risultati delle riforme in Portogallo.

“Qui, tutte le droghe sono state legalizzate e i fondi risparmiati dal proibizionismo hanno permesso investimenti in educazione, riabilitazione e reintegrazione sociale dei tossicodipendenti, con un notevole calo nell'uso di droghe e nel crimine associato”. “La legalizzazione porterebbe anche al crollo del mercato nero della droga, sottraendo rilevanti fonti di reddito alla mafia”. “Quando le droghe saranno vendute legalmente, non ci sarà più bisogno di ricorrere a criminali, poiché gli stupefacenti saranno accessibili in farmacia”. “Tale regolamentazione garantirebbe inoltre la sicurezza dei prodotti attraverso standard di purezza che i produttori dovrebbero rispettare a differenza delle droghe attualmente adulterate con sostanze altamente nocive".

Musacchio sostiene che la tossicodipendenza sia spesso più legata alle condizioni di vita dell'individuo che agli effetti delle sostanze stesse. Afferma che le forze dell'ordine concentrano eccessive energie nell'arresto dei piccoli consumatori e spacciatori: con la legalizzazione questo non sarebbe più necessario, permettendo un sistema giudiziario più efficiente e alleviando il sovraffollamento carcerario causato dai tossicodipendenti detenuti. Musacchio, infine, solleva la questione dell'ipocrisia dello Stato che continua a criminalizzare le droghe mentre consente la vendita di alcol e sigarette, responsabili comunque di moltissime morti.

“Con riforme analoghe alla sua proposta, Paesi come Messico, Colombia, Perù e Afghanistan potrebbero finalmente liberarsi dalla morsa dei cartelli della droga”. Le grandi organizzazioni dedite al traffico di droga non continuerebbero a beneficiare degli attuali profitti eccessivi. Si salverebbero migliaia di vite, giacché il proibizionismo provoca più vittime di quante ne riesca a proteggere. “Sono persuaso che l'istituzione di un mercato legale delle sostanze stupefacenti possa anche assumere un ruolo educativo, garantendo ai consumatori la sicurezza dei prodotti e contribuendo a prevenire morti per overdose e dipendenze”.

“Legalizzare questo mercato potrebbe frenare la violenza tra bande criminali, riducendo severamente i profitti dei cartelli, oltre a diminuire omicidi e corruzione tra tutti gli attori coinvolti”.

“Ritengo che questi siano motivi sufficientemente validi per riflettere attentamente e intraprendere un percorso verso la legalizzazione delle droghe”. “La salvaguardia di quante più vite possibili dovrebbe rappresentare la priorità assoluta”. “Siamo consapevoli delle sfide complesse associate alla legalizzazione di tutte le droghe e dei possibili problemi che potrebbero sorgere”. “È chiaro che, se attuato globalmente, un simile processo non sarebbe rapido”. “Tuttavia, riteniamo essenziale avviare almeno una discussione priva di pregiudizi insormontabili su questo tema”.