In piazza San Pietro, domenica 14 ottobre, è stato il giorno in cui papa Francesco ha riconosciuto ben sette nuovi santi.

Di questi, per primo, il Papa ha ricordato Paolo VI, definito testimone di dialogo, di bellezza e gioia nel seguire Gesù, pur nella fatica e nelle incomprensioni, sull'esempio dell'Apostolo del quale assunse il nome.

«Come lui - ha ricordato Bergoglio - ha speso la vita per il Vangelo di Cristo, valicando nuovi confini e facendosi suo testimone nell'annuncio e nel dialogo, profeta di una Chiesa estroversa che guarda ai lontani e si prende cura dei poveri. Oggi ci esorta ancora, insieme al Concilio di cui è stato il sapiente timoniere, a vivere la nostra comune vocazione: la vocazione universale alla santità. Non alle mezze misure, ma alla santità.»

Successivamente, Francesco ha elencato gli altri sei "testimoni della fede", con le seguenti parole:

«Mons. Romero ha lasciato le sicurezze del mondo, persino la propria incolumità, per dare la vita secondo il Vangelo, vicino ai poveri e alla sua gente, col cuore calamitato da Gesù e dai fratelli.

Lo stesso possiamo dire di Francesco Spinelli, di Vincenzo Romano, di Maria Caterina Kasper, di Nazaria Ignazia di Santa Teresa di Gesù e anche del nostro ragazzo Nunzio Sulprizio, un santo giovane, coraggioso, umile, che ha saputo incontrare Gesù nella sofferenza, nel silenzio e nell'offerta di se stesso.»

Santi si diventa, in base alle parole espresse da Francesco nella sua omelia ispirata dalla Lettera agli Ebrei della seconda lettura, rischiando per seguire Gesù, «senza tiepidezza e senza calcoli. [...]

Gesù è radicale. Egli dà tutto e chiede tutto: dà un amore totale e chiede un cuore indiviso. [...]

Senza un salto in avanti nell'amore la nostra vita e la nostra Chiesa si ammalano di autocompiacimento egocentrico: si cerca la gioia in qualche piacere passeggero, ci si rinchiude nel chiacchiericcio sterile, ci si adagia nella monotonia di una vita cristiana senza slancio, dove un po' di narcisismo copre la tristezza di rimanere incompiuti. [...]

Un cuore alleggerito di beni, che libero ama il Signore, diffonde sempre la gioia, quella gioia di cui oggi c'è grande bisogno. Gesù oggi ci invita a ritornare alle sorgenti della gioia, che sono l'incontro con Lui, la scelta coraggiosa di rischiare per seguirlo, il gusto di lasciare qualcosa per abbracciare la sua via.

I santi hanno percorso questo cammino.»

A ricordare la figura dei 7 nuovi santi, evidenziati da 7 drappi colorati con la loro effigie sulla facciata della basilica di san Pietro, è stato il prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, cardinale Angelo Becciu, che ha iniziato con Paolo VI, fatto beato dallo stesso Francesco, proseguendo poi con mons. Romero, assassinato per il suo impegno al fianco dei poveri e degli emarginati, e don Francesco Spinelli, fondatore dell'Istituto delle Suore adoratrici del S.S Sacramento.

Don Vincenzo Romano contribuì alla rinascita di Torre del Greco, dopo l'eruzione del Vesuvio del 1794. Maria Caterina Kasper è stata la fondatrice della Casa delle "Povere Ancelle di Gesù Cristo". Nazaria Ignazia di Santa Teresa di Gesù March Mesa fondò la Congregazione delle Suore Missionarie Crociate della Chiesa. Infine, Nunzio Sulprizio, secondo Papa Leone XIII che ne celebrò le virtù, fu un modello per i giovani.

Dopo che il Papa ha pronunciato la formula canonica per la proclamazione, i fedeli in piazza hanno salutato i nuovi santi con un lungo applauso.