Chi avrebbe scommesso che Putin avrebbe annesso la Crimea?
Chi avrebbe scommesso che Putin avrebbe iniziato una guerra nel Donbass?
Chi avrebbe scommesso che Putin avrebbe iniziato una guerra su vasta scala in Ucraina ?
Che cosa ci insegnano queste domande? Che il presidente della Russia, Vladimir Putin è una persona imprevedibile... al di là che tale imprevedibilità sia dettata o meno da una qualche scelta logica collegata ad una qualche strategia di breve, medio o lungo respiro.
È stato tragicomico, lo scorso fine settimana, vedere Romano Prodi commentare in tv, a TG3 Mondo, la crisi in atto. L'aspetto comico era collegato alla sua incapacità di comprendere la decisione di Putin di invadere l'Ucraina, tema su cui si era espresso nei giorni passati dicendo che era pressoché impossibile. Le espressioni facciali e le sue dichiarazioni quasi imbarazzate con cui Prodi esprimeva tutta la sua perplessità su quanto era accaduto e stava accadendo non potevano non suscitare una certa ilarità. Per lo stesso motivo però, la stessa perplessità di Prodi non poteva non esser definita tragica, perché implicitamente indicava, a questo punto, l'imprevedibilità di Putin... con tutte le conseguenze del caso.
Quali? Quelle che il presidente russo ha riassunto nelle immagini di domenica pomeriggio in cui, come al solito grottescamente seduto ad uno dei tanti tavoli chilometrici evidentemente presenti al Cremlino, Putin ordinava ai sottoposti del momento - il ministro della difesa e il capo dello stato maggiore dell'esercito - seduti a metri di distanza, di mettere le forze nucleari russe in allerta speciale, il livello più alto di allerta per le forze missilistiche strategiche della Russia, perché le nazioni occidentali avevano intrapreso "azioni ostili" nei confronti del Paese, imponendo "sanzioni illegittime".
Quella iniziata con l'invasione dell'Ucraina è un'escalation che vede l'Europa rispondere con crescenti misure punitive al crescente uso della forza contro Kiev da parte della Russia. Un'escalation di cui, a questo punto, è impossibile prevedere le conseguenze, sia perché non si comprendono - al di là delle sue dichiarazioni di facciata - le ragioni che hanno spinto Putin all'invasione, sia perché non è possibile sapere - al punto in cui siamo arrivati - come la Nato potrebbe rispondere all'intensificarsi di nuove provocazioni.
Domenica, in Bielorussia un referendum (inutile parlare della sua attendibilità) ha rafforzato i poteri di Lukashenko, al governo dal 1994, rendendolo sempre più simile al suo "padrone", Vladimir Putin, e soprattutto ha cancellato l'obbligo per la Bielorussia di rimanere una "zona denuclearizzata", consentendogli pertanto il dispiegamento di armi nucleari russe.
Quindi, seguendo la logica di Putin, la Polonia e la Nato, fin da adesso, devono considerare la Bielorussia una minaccia diretta perché non è più uno Stato cuscinetto, dato che sul proprio territorio la Russia potrà schierare parte del suo arsenale nucleare.
Si può poi aggiungere che la Turchia domenica si è "accorta" che quella in Ucraina è una guerra e pertanto il suo ministro degli Esteri ha dichiarato l'intenzione di dover limitare l'accesso al Mar Nero alle navi russe, in base ad un trattato che dal 1936 le assegna il controllo sullo stretto dei Dardanelli. Da capire e soprattutto da vedere come verranno e se verranno applicate alla lettere le varie disposizioni del trattato di Montreux, ma anche questo è un elemento in più ad una situazione che diventa sempre più instabile, anche per le conseguenze economiche che inizieranno ad avere le sanzioni sulla vita di tutti i giorni dei russi. Sanzioni che, pertanto, potranno offuscare l'immagine di Putin anche in coloro che lo credono un Dio.
Quindi, come reagirà Putin? Potrebbe arrivare a scatenare un conflitto nucleare?
Senza far ricorso alle armi, limitando l'uso dello SWIFT e congelando i beni della Banca centrale russa, l'occidente sta facendo implodere il sistema finanziario russo. Nel momento in cui l'implosione inizierà ad avere un impatto sui russi Putin potrebbe decidere di interrompere le forniture di gas all'Europa e se questo non dovesse esser sufficiente potrebbe provocare un'esplosione nucleare da qualche parte nel Mare del Nord tra Gran Bretagna e Danimarca e vedere cosa succede (ipotesi formulata da alcuni analisti).
A questo punto, considerando che Putin non è neppure influenzabile dalla cerchia dei suoi più strettissimi collaboratori, come hanno dimostrato le immagini del Consiglio di sicurezza in cui il responsabile dei servizi di sicurezza inizia a balbettare di fronte alle insistenti richieste di spiegazione del presidente russo che mostra in risposta un sorriso sornione, è evidente che si senta come un sovrano onnipotente che può decidere ciò che ritenga opportuno... per lui!
Quindi, nessuno può esser certo che Putin non darà mai l'ordine di ricorrere all'arma nucleare, ed è per questo che ci dobbiamo preoccupare... e molto.