Dopo la conversazione telefonica dello scorso 12 febbraio, dove hanno discusso di fermare i combattimenti in Ucraina, di relazioni bilaterali e di altri argomenti, Trump e Putin potrebbero nuovamente sentirsi telefonicamente, anche a breve, nel caso fosse necessario.
Lo ha detto oggi il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, in relazione al possibile accordo per una tregua di 30 giorni con Kiev, commentando il faccia a faccia di oltre nove ore che si è svolto ieri a Jeddah tra Stati Uniti e Ucraina:
"Non escludiamo che possa concretizzarsi la necessità di una chiamata ai massimi livelli. Se dovesse accadere, verrà organizzata molto rapidamente. Gli attuali canali di dialogo con gli americani consentono di farlo in un tempo relativamente breve". (fonte Tass)
Sul cessate il fuoco, il Cremlino non ha espresso giudizi poiché è in attesa di ricevere da Washington i dettagli nel merito, anche se fonti autorevoli di Mosca hanno già fatto sapere che la Russia prima di accettare vorrà vedere soddisfatte anche le proprie richieste ed è facile immaginare che non possano escludere la situazione nel Kursk.
Forse già oggi il segretario di Stato americano Marco Rubio e il Consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca Mike Waltz forniranno a Mosca i termini del cessate il fuoco, termini di cui nella nota congiunta rilasciata al termine del vertice di Jeddah diffusa ieri da Stati Uniti e Ucraina non è stato fatto cenno.
Oggi, parlando con i giornalisti alla Casa Bianca, il presidente Usa ha rilasciato alcune considerazioni anche sul conflitto in Ucraina, affermando che se la Russia non dovesse accettare una tregua subirebbe sanzioni devastanti:
"Ci sarebbero cose non piacevoli da un punto di vista finanziario. Posso fare cose sul piano finanziario. Andrebbe molto male per la Russia; ma non lo vorrei fare perché vorrei ottenere la pace".