Un paio di giorni fa, il presidente del Torino Urbano Cairo si diceva dispiaciuto di non esser riuscito a portare Javier Tebas alla presidenza della Lega Serie A, riconoscendo al dirigente spagnolo di aver saputo riorganizzare al meglio la Liga.

Adesso che la presidenza della Lega Serie A è di nuovo vacante, Cairo potrà fare di nuovo un tentativo in tal senso... chissà.

Oggi, a sorpresa, si è infatti dimesso dall'incarico Gaetano Miccichè, banchiere prestato al calcio che in 20 mesi dalla sua nomina, parole sue, ha "lavorato alla trasformazione del calcio, aggiungendo ai valori agonistici e sportivi, quelli di credibilità societaria, economica e prospettica", partendo da una "Lega commissariata, completamente disorganizzata e che non aveva nemmeno la parvenza di una realtà efficiente".

Ma allora perché le sue dimissioni se pensa di aver lavorato bene?

Perché nell'ottobre scorso la Procura sportiva ha aperto un'indagine sulla regolarità del voto dell'assemblea di Lega del marzo 2018, guidata dall'allora commissario Giovanni Malagò, in cui Miccichè venne eletto presidente.

Per l'elezione era stata richiesta l'unanimità di voto ai presenti per superare l'ostacolo di un evidente conflitto di interessi dovuto al fatto che alcuni presidenti avevano avuto rapporti con Miccichè in qualità di banchiere.

Il commissario Malagò, presidente del Coni, fece effettuare una votazione per acclamazione, Miccichè venne considerato eletto all'unanimità e le schede dei voti comunque espressi a scrutinio segreto non furono controllate.

Controllo che è stato fatto dalla procura sportiva e che, in base ad alcune anticipazioni, avrebbe appurato che l'unanimità nei voti non ci fu. Da qui, le dimissioni di Miccichè che al riguardo ha così commentato:

"Le indiscrezioni di oggi apparse sui giornali relative alla chiusura dell'istruttoria sulla mia nomina avvenuta 20 mesi fa e al suo possibile esito sono inaccettabili e mi impongono questa decisione. ...

Non voglio entrare nel merito dello svolgimento dell'assemblea che mi ha eletto. Io non ero presente.

Leggo solo un verbale firmato per accettazione da tutti gli azionisti presenti alla riunione alla quale hanno partecipato anche professionisti autorevoli e competenti come Gerardo Mastrandrea, Ruggero Stincardini, Ezio Simonelli, Paolo Nicoletti e il notaio Giuseppe Calafiori che, ognuno nel proprio ruolo, hanno vigilato sul corretto svolgimento dell'assemblea e nulla hanno avuto da eccepire".