Lorenzo Para disegna e crea a Cesenatico gioielli in cartapesta, con rivestimento in lamina di metalli preziosi. Una missione, più che un semplice lavoro.
In un mondo sempre più orientato all’industrializzazione, scegliere la strada che ha scelto Lorenzo Para può sembrare folle. Nel suo laboratorio di gioielleria artigianale a Cesenatico, Lorenzo disegna e crea gioielli con la cartapesta: una sottile lamina metallica (ottenuta tramite immersione) ricopre il corpo dei gioielli, e conferisce alle produzioni de L’Officina del Sole un aspetto luminoso, oltre a fissare nel tempo forme sinuose e linee uniche garantendo longevità e robustezza.
Lorenzo ha scelto un mestiere antico, o forse ne ha creato uno tutto nuovo: la tecnica utilizzata ha radici storiche, la lavorazione della cartapesta lambisce teatro, carnevale, artigianato. C’è sempre un pizzico d’arte in chi maneggia colle naturali e impasti di carta: lo si vede nei maestosi carri di carnevale che animano le sfilate, o nei deliziosi soggetti ritratti tra le bancarelle di Via San Gregorio Armeno a Napoli, là dove il presepe è un’istituzione.
I gioielli marchiati ODS hanno tutto il fascino di quelle creazioni: leggere, dall’aria antica, resistenti, oniriche.
Lorenzo crede fermamente nel lavoro svolto in laboratorio: i sogni, in fondo, vanno plasmati, mescolati alla realtà, va trovata una mediazione tra aspirazioni e vita quotidiana, tra desiderio e possibilità. ODS rompe in qualche modo questo equilibrio tanto prosaico e restituisce al progetto una dimensione ardita, quasi corsara.
Dietro ogni linea di gioielli prodotta dall’Officina del Sole c’è un’idea, un’emozione. Lorenzo parte sempre da una suggestione precisa quando decide quale aspetto avrà il prossimo gioiello prodotto. Basta spulciare il catalogo dello store online per farsi un’idea di quanto ampia e ispirata sia vena creativa di Lorenzo.
Un progetto da seguire: muterà pelle, forse, nel corso del tempo, ma ha dentro tutta la dirompente forza creativa di un artigiano sui generis, che ancora deve arrivare al giro di boa dei trent’anni. Coraggioso, a dir poco. E di coraggio, oggi, le giovani schiere di lavoratori appena sbarcati sul mercato hanno davvero bisogno.