In Italia, per i cittadini tutto è un problema invece per i corrotti tutto è una continua fonte di opportunità: prendiamo la riforma della giustizia proposta dal ministro di turno, la signora in questione, dimostrando scarso senso pratico, sacrifica il principio di verità e di giustizia all’efficienza con grande soddisfazione del partito degli avvocati che affolla il Parlamento. I processi durano troppo? Se entro due anni non si concludono interviene l’improcedibilità e tutto finisce “a tarallucci e vino”. A questo punto, anche se non stimo la magistratura, proporrei la sua abolizione perché è un organo inutile ed estremamente costoso.
Il governo dei “migliori” per azzerare la riforma Bonafede ha usato provocatoriamente l’istituto dell’improcedibilità per azzerare i processi per tutti i reati anche gravissimi: chi condivide una simile anomalia sicuramente pesca quotidianamente nel torbido, le persone oneste non possono accettare simili prese in giro proposte da avvocati prestati alla “politica” che operano in sede legislativa in palese conflitto di interessi per apportare delle modifiche nelle procedure penali da sfruttare in seconda battuta nei tribunali a vantaggio dei loro clienti facoltosi che vogliono delinquere senza subirne le conseguenze (infatti le patrie galere sono piene di poveri diavoli, alcuni innocenti proprio a causa di avvocati e magistrati “distratti”).
La prescrizione è una norma procedurale che scatta quando, decorso un certo periodo di tempo, il processo non ha più ragione di proseguire per mancanza di un interesse generale; l’improcedibilità interviene per far decadere un diritto se non lo si esercita entro il periodo di tempo stabilito dalla legge. I due istituti giuridici hanno due funzioni diverse, l’improcedibilità agisce prima che si instauri un giudizio “fuori tempo utile all’interesse generale”; la prescrizione fa terminare un procedimento per sopravenuta mancanza di interesse generale. Quando si parla di piazza Fontana, di piazza della Loggia, Ustica, Capaci, via D’Amelio, i tentati golpe, il ponte Morandi, le truffe allo Stato, loggia P2 ecc. ecc. come si può parlare di improcedibilità e prescrizione breve per sopravvenuta mancanza di un interesse generale?
L’associazionismo riconosciuto dalla Costituzione è decaduto in una forma di consociativismo di dubbia matrice attraverso il quale scorre una linfa avvelenata di interessi particolari che ha portato alla decadenza un intero Paese.
Uno degli “innesti” più pericolosi in assoluto di criminalità occulta nella società italiana da parte degli americani è stata la loggia P2 una struttura antagonista e parallela allo Stato di diritto (fu sciolta con legge) avendo tra i suoi affiliati i vertici delle istituzioni principali, che hanno offerto ad una collettività ignara stragi, menzogne e ingiustizie sfruttando ingenti capitali pubblici sottratti alle famiglie, alla sanità, all’istruzione, al progresso del Paese per impiegarlo in attività criminali finalizzate a sterilizzare lo sviluppo di una sana democrazia.
Ancor oggi ne stiamo raccogliendo i frutti malati: il “modello” massone va ancora molto di moda anche se invece di definirlo una deviazione sarebbe meglio chiamarlo con il termine tecnico, anche se riduttivo, di associazione per delinquere di stampo mafioso o, ancor meglio, una nuova fattispecie quella che si può definire CRIMINALITA’ ISTITUZIONALE, questo è a parer mio il fenomeno criminogeno più pericoloso in assoluto perché si è annidato nel cuore dello Stato dal quale trae potere e mezzi che vengono deviati dai fini generali legittimi e legali.
Gradualmente ad opera di giornalisti d’inchiesta coraggiosi stanno emergendo le gravissime responsabilità della politica estera americana che, per realizzare i propri interessi economici, ha impiegato corruzione, colpi di stato militari, omicidi di leader eletti democraticamente imponendo alla guida di vari governi i loro complici criminali. Quello imposto dagli americani non è un modello democratico è una intromissione illegittima che determina la rovina per lo Stato che la deve subire: in particolare in Italia, tale politica ha sostenuto e mantenuto di fatto un regime fascio-eversivo che ha generato forti contrasti sociali, ha mantenuto e alimentato la supremazia della casta economica che ha impedito l’attuazione delle direttive costituzionali e le necessarie riforme per avviare il Paese verso una sponda realmente democratica. Quella mentalità guida tutt’oggi un Paese che non riesce a maturare civilmente, che subisce passivamente le direttive di una classe politica che non rappresenta la sua volontà ma persegue gli interessi del potere economico sacrificando gradualmente i diritti dei cittadini comuni sui quali ricadono gli effetti deleterie degli abusi che costoro commettono abitualmente.
Un esempio macroscopico è l’ex ILVA di Taranto, gli impianti sono sopravvissuti fino ai nostri giorni senza gli adeguamenti necessari per produrre con il minimo impatto ambientale, sulla salute pubblica e dei lavoratori perché i gestori hanno pensato di sfruttare fino in fondo la situazione per riempirsi le tasche e portare tutto nei paradisi fiscali. La Procura di Taranto emetteva dei provvedimenti a tutela dell’ambiente e dei lavoratori, il governo e lo squallido sottobosco di colletti bianchi sfruttando le entrature nei vari settori delle istituzioni annullavano sistematicamente tutte le azioni di legittima tutela: lo Stato confliggeva con sé stesso per tutelare gli interessi privati dei gestori. Questa non è rappresentanza della volontà popolare e degli interessi collettivi ma un autentico oltraggio delle più elementari regole civili. Oggi sono state emesse delle sentenze severe ma ha che cosa è valso? I cittadini perderanno altro denaro, gli impianti non saranno riconvertiti perché troppo obsoleti e si potrà inaugurare l’ennesimo cimitero tossico dove non crescerà più un filo d’erba. Lo stesso dicasi per la ex Alitalia.
L’operazione di chiusura degli impianti Whirpool di Napoli è un altro regalo al mezzogiorno da parte del “governo dei migliori” insieme alla pagliacciata del ponte sullo Stretto.
È la logica feudale che domina nell’élite degli arricchiti come Berlusconi & C. e dei loro prestanome eletti in Parlamento che rappresentano un vero e proprio insulto alla Costituzione.
Nella Magistratura si riscontrano le metastasi di un cancro che ha contribuito all’affossamento per decenni di verità scomode: la parte buona è stata sistematicamente sacrificata da coloro che hanno scelto di servire quel sistema di segrete connivenze offendendo profondamente la dignità della parte buona del Paese e tradendo il giuramento di fedeltà alla Costituzione. La corruzione ha colpito anche buona parte del Paese, questa triste realtà rappresenta lo zoccolo duro della partitocrazia che gli permette di sopravvivere e di controllare il territorio attraverso il “voto sicuro”.
Se si va a guardare con attenzione le attività delle numerosissime associazioni “culturali” ci si accorge che la quasi totalità sono dei contenitori vuoti utilizzati per richiedere fondi pubblici che dopo aver riscosso scompaiono senza che nessuno le vada a cercare; altre sono “banche di voti”; la stessa carità cattolica ha il suo “pio” tornaconto elettorale, hanno alimentato per decenni la DC i cui capi erano degli uomini “molto devoti” che ogni mattina prima di recarsi in Parlamento o a Palazzo Chigi ascoltavano la messa e si comunicavano. La povertà è una miniera d’oro e di diamanti per la gente senza scrupoli: traffico di esseri umani, di organi, di bambini destinati alla pedofilia, di lavoratori a costo zero. Alle stesse condizioni finiscono chi perde il lavoro: insieme al lavoro si perde la dignità e i diritti elementari alla sopravvivenza, si deve soggiacere ai ricatti degli sfruttatori, si perdono i beni e il destino dei propri figli è segnato: il vero scopo della politica in questo Paese è la predazione.
Dobbiamo accettare l’amara verità che dietro la facciata di una Repubblica Democratica trasversalmente il Paese era e rimane nelle mani di un regime eversivo di destra, la prova di quanto dico sta nelle leggi ingiuste che vengono varate da un Parlamento lontano dalla realtà e dalle necessità del Paese, al posto delle stragi c’è la legalizzazione dello sfruttamento, la mortificazione dei diritti e della libertà costituzionali perché pochi possono scegliere liberamente del proprio destino in base alle proprie aspirazioni e doti naturali inoltre sta nel fatto che ancor oggi non emergono i nomi dei “mandanti” delle stragi, persino per l’assassinio di Moro non vi sono risposte perché è nei vertici delle istituzioni che bisogna ricercarle e sempre nelle istituzioni si devono ricercare i legami che hanno permesso alla mafia di evolversi e divenire un’entità autonoma più potente che mai. La verità non verrà mai fuori perché lo Stato, anche se volesse, non può processare sé stesso.