Il 18 dicembre il Commissario per Genova nominato dal Governo, Marco Bucci (oltretutto sindaco della città), comunicava di aver firmato il contratto per la demolizione del ponte Morandi e la ricostruzione del nuovo viadotto sul Polcevera con le imprese aggiudicatarie (Salini - Impregilo, Fincantieri e ItalFerr) ad un costo totale di 202 milioni di euro.

Nel comunicato era scritto che le aziende si erano impegnate a rispettare un crono-programma che prevedeva il completamento strutturale dell’opera entro la fine del 2019.

Un mese dopo, venerdì 18 gennaio, nel Salone di Rappresentanza di Palazzo Tursi, il commissario Bucci, con una "cerimonia" pubblica, firmava il contratto per la demolizione e ricostruzione del Viadotto Polcevera, appuntamento definito "passo fondamentale per poter procedere con i lavori!"

Le scadenze per i lavori indicate nel contratto prevedono che il 31 marzo inizi la ricostruzione (evidentemente quella del 1 aprile non era sembrata una data credibile), a fine dicembre di quest'anno piloni e viadotto siano in opera, mentre la data ultima relativa alla percorrenza è stato fissata nel 15 aprile del 2020.



Nell'occasione, il ministro Toninelli non ha mancato di rimarcare a suo modo - secondo il proprio stile e le proprie capacità - la sua soddisfazione al riguardo: «Come avevamo promesso, non troverete il nome di Autostrade per l'Italia o dei Benetton. Questo perché, come abbiamo sempre detto, i lavori non potevano essere affidati ed eseguiti da chi quel ponte lo ha fatto crollare.

La loro firma la vedrete molto presto sugli assegni che staccheranno per i risarcimenti ai cittadini, alle imprese genovesi colpite della tragedia e su quelli per il consorzio "PerGenova", che si occuperà della ricostruzione del nuovo ponte.

Lo Stato sta tornando a fare lo Stato. Ora avanti senza sosta per il rilancio della città.»