Queste cose non sono la stessa cosa. Una cosa sono i messaggi di questo a quello, una cosa sono i messaggi di quello a questo. Più o meno in questi termini si esprime il direttore di Repubblica Mario Calabresi per svelare quella che lui definisce la campagna di falsità dei Cinque Stelle contro Repubblica.
Questo e quello vanno sostituiti, a seconda del caso, con Virginia Raggi, Raffaele Marra e Luigi Di Maio.
Insomma, per il direttore di Repubblica l'articolo di Carlo Bonini che svelava che Di Maio avesse mentito su Marra è quanto di meglio si possa fare dal punto di vista dell'etica e del comportamento di un giornalista.
Per dimostrare che i 5 Stelle sono bugiardi seriali forse persino più di Renzi, ma questo paragone Calabresi non lo ha fatto, il direttore di Repubblica ha snocciolato una serie di circostanze in cui i portavoce del Movimento avrebbero negato la realtà dei fatti, sempre e comunque anticipata e svelata da Repubblica.
Ma quello che però Calabresi non dice è l'interpretazione che Carlo Bonini dà a questo messaggio di Di Maio: "Quanto alle ragioni di Marra, lui non si senta umiliato. E' un servitore dello Stato. Sui miei, il Movimento fa accertamenti ogni mese. L'importante è non trovare nulla".
Secondo il giornalista di Repubblica, quanto scritto va interpretato in questo senso: "Un servitore dello Stato, cioè uno dei miei". Ed è così convinto di ciò, che ha usato l'espressione "uno dei miei" anche nel titolo dell'articolo.
Su questo aspetto, che è la sostanza della querelle, Calabresi ha preferito non dire nulla, ignorando così il succo della questione e lanciandosi poi in una filippica a favore dei giornalisti utilizzando argomentazioni a dir poco ridicole, che possono essere ascoltate nel video.
Ma è proprio vero che Repubblica ha torto? Questa mattina Luigi Di Maio era ospite alla trasmissione Rai Uno Mattina. Il giornalista che lo ha intervistato sull'argomento ha ammesso che il titolo dell'articolo di Carlo Bonini su Repubblica è scorretto. Lo ha detto un giornalista Rai!