Oggi, più che mai, dobbiamo confrontarci coscientemente con la nostra parte spirituale se non vogliamo perderci nel nulla.  Il progresso ha esaltato l’intelletto umano fino a portarlo fuori e contro la propria natura sia umana che spirituale. 

Le nuove generazioni sono state trascinate dalla tecnologia in un mondo virtuale dove la realtà viene quotidianamente sacrificata alla fantasia più sfrenata e alla conseguente deresponsabilizzazione delle proprie azioni: è stato attivato un processo di disumanizzazione per arrivare a controllare la vita delle masse da parte di un manipolo di nichilisti senza scrupoli in preda ad una costante crisi di onnipotenza.

L’umanità è di fronte ad una scelta per molti difficile: prendere coscienza di tale situazione e decidere da quale parte stare.

È l’eterno e crudele gioco delle parti proposto dal potere materiale al quale tutti gli individui sono chiamati a partecipare, nessuno escluso! 

Si parla di crisi della democrazia considerata un’utopia difficile da tradurre in una esperienza umana diffusa che porta gradualmente ad una convivenza pacifica tra i popoli: difficile da realizzare ma non impossibile! 

Bisogna conoscere il nemico per batterlo! Per combattere i detrattori della democrazia e della libertà occorre non ascoltarli.

Il nichilismo è la filosofia adottata dal potere che fonda la sua ragion d’essere nella smisurata esaltazione del proprio ego e ha come obiettivo la disumanizzazione dell’individualità: è la via per un eterno abisso senza luce.

Questa linea di pensiero è stata adottata in Germania nel 1800 in seguito alle dispute di opinioni sulle conclusioni della filosofia di Kant ma il tema del “nulla” ha sempre aleggiato sin dall’inizio dell’attività pensante dell’uomo.  Il nulla esiste come valore non solo intellettuale ma reale: noi esistiamo, ci muoviamo, compiamo azioni che hanno delle conseguenze concrete sulla nostra vita e sulle esistenze degli altri esseri umani, il nulla è l’esatto contrario. Immaginiamo di cancellare ciò che siamo e facciamo è abbiamo il nulla. Scompaiono i momenti brutti ma anche quelli belli della nostra esperienza umana: l’attimo in cui abbiamo stretto con gioia la creatura che abbiamo messo al mondo con tanta sofferenza; la gioia di un incontro con una persona amica; l’incanto di un’alba e di un tramonto; l’immensità del cielo trapuntato di stelle; la gioia di poter amare ed essere amati ma anche i momenti di delusione e di dolore che ci hanno segnati e cambiati profondamente. La nostra esistenza e il mondo che ci ha accolto testimoniano che il nulla è sconfitto dall’esistenza.

Ma quando scatta il pensare umano iniziano i guai. Vediamo che cosa ha portato la corrente di pensiero nichilista che contiene una macroscopica contraddizione: l’uomo “esiste” fin quando non finisce sotto due metri di terra.

Giacomo Leopardi affermò: “(…) il principio delle cose, e di Dio stesso, è il nulla.” Vi è una frase che contesta tale affermazione; “E Dio trasse dal nulla tutte le cose”. Il problema risiede in una cattiva educazione spirituale che è stata imposta alle masse dai “maestri” cattolici intenti ad accumulare ricchezze ed esercitare un potere temporale smisurato: se gli imperatori e re volevano regnare dovevano essere “investiti” dal papa. Le autorità cattoliche hanno gestito per secoli la vita di tutte le corti europee, in Italia ancora continuano indisturbati attraverso i loro “figli putativi” educati nelle loro costosissime ed esclusive scuole private sovvenzionate da fondi pubblici. Il protestantesimo è stato la reazione a tale strapotere.

Non è una casualità quello che è accaduto in Germania lo scorso secolo durante la seconda guerra mondiale. Tale movimento filosofico si diffuse ampiamente nel 1799 con la pubblicazione di una lettera di F.H. Jacobi a Fichte dai contenuti critici demolitori radicali verso ogni filosofia che avesse un reale contenuto di verità. Afferma la convinzione che l’esistenza non abbia alcun scopo per cui non vi è alcuna necessità di regole e leggi destabilizzando l’impostazione del mondo con le sue istituzioni e valori, facendo così subentrare un sentimento di diffusa disperazione: questa è l’espressione più estremista di questa deviazione di pensiero che aprì le porte della sventura all’umanità.

 Ma l’esponente più famoso di tale movimento è stato Nietzsche, tra i suoi aderenti vi è un altrettanto tristemente famoso rappresentante: il marchese De Sade.

Nietzsche viene ricordato per la sua lapidaria definizione di nichilismo: “(…) manca lo scopo; manca la risposta al perché: tutti i valori si svalutano.” 

Il primo valore che crolla è la fede in un’entità superiore, è suo il detto “Dio è morto” e il concetto di “eterno ritorno”: questa scelta di pensiero rappresenta l’inizio di una tragica esperienza personale che lo porterà verso la follia e la perdita della sua individualità: “(…) con il pensiero dell'eterno ritorno, il peso dell'eternità grava sul momento. Eternità e temporalità sono qui una cosa sola e il tempo diventa eterno. Ecco che con Nietzsche il tempo abbandona una concezione di durata e acquisisce una dimensione di profondità ed eternità che si ha nell'attimo.” L’attimo è un elemento temporale. La trascendenza occidentale, tesa a porre la realtà oltre l'apparenza, a ricercare la verità e all'affinamento della coscienza viene invertita nell'amaro riconoscimento dell'assenza di ogni verità, nel tramonto di Dio.  

“Se Dio muore non ci sono più termini di paragone esterni all'esistenza per giudicare di essa. Di fronte a questo crollo di valori è possibile reagire in due modi profondamente differenti: in modo passivo e in modo attivo. 

Si subisce il nichilismo passivamente se si abbandonano le cose al loro corso, un po' adeguandosi al crollo dei valori, un po' lamentandosi di questo crollo. Il "nichilismo passivo" si configura quindi come chiusura nei confronti della creatività, in quanto il nichilista passivo semplicemente si aggrappa a qualche lembo di valore ormai decrepito che ancora riesce ad acciuffare nel marasma generale.”

Nella sua opera “Così parlò Zarathustra” Nietzsche espone le tre fasi che l'essere umano deve affrontare per divenire l’uomo del superamento.

“Possedere una volontà critico-costruttiva atta a mettere in discussione gli ideali preesistenti; oltrepassare il nichilismo, attraverso “la gioia tragica e il recupero della volontà di potenza”; perpetuare e promuovere eternamente il processo di creazione e rigenerazione dei valori sposando la nuova e disumana dimensione morale dell'"amor fati", che delinea un amore gioioso e salubre per l'eternità in ogni suo aspetto terribile, caotico e problematico.” Qui crolla un pilastro della Costituzione americana che statuisce il diritto alla felicità dell’essere umano.

Ne “La volontà di potenza” Nietzsche afferma: 

“Ciò che io racconto è la storia dei prossimi due secoli. Io descrivo ciò che viene, ciò che non può fare a meno di venire: l'avvento del nichilismo. Questa storia può già ora essere raccontata; perché la necessità stessa è qui all'opera. Questo futuro parla già per mille segni, questo destino si annunzia dappertutto; per questa musica del futuro tutte le orecchie sono già in ascolto. Tutta la nostra cultura europea si muove in una torturante tensione che cresce da decenni in decenni, come protesa verso una catastrofe: irrequieta, violenta, precipitosa; simile ad una corrente che vuole giungere alla fine, che non riflette più ed ha paura di riflettere.”  

Non c’è ombra di dubbio che l’arte di essere umani è difficile ma è meglio non dare ascolto a certi “maestri” che impegnano le loro capacità intellettuali per dare vita ad ulteriori complicazioni. Il nazismo è stato la prima manifestazione di un fenomeno che aveva già ammorbato la cultura da secoli. Attualmente in Italia le “crisi di onnipotenza” sono molto ricorrenti. Il nichilismo ha corrotto ogni settore della vita umana ed è la causa prima delle sofferenze inflitte agli innocenti, della giustizia negata, delle immorali giustificazioni per ogni sorta di corruzione e deviazioni dalla “retta via”.

Il cattolicesimo soffre di nichilismo da troppi secoli, per fortuna che tutto ciò che è umano ha un inizio e una fine. Per nostra fortuna attualmente non ci è permesso il lusso dell’eternità associato alle crisi di onnipotenza invece è da considerare un miracolo restare con i piedi per terra.