Avviate le procedure per la rimozione del palischermo della Tonnara del Tono, che sarà trasferito dall’attuale sede di piazza San Papino all’interno dei Molini Lo Presti per consentire ai tecnici della Soprintendenza di tentare un restauro conservativo: un trasferimento tutt’altro che semplice per le condizioni di fatiscenza, nelle quali si trova l’imbarcazione da tempo in stato di abbandono, ma che l’Amministrazione intende portare a compimento per evitare che una delle ultime preziose testimonianze della pesca del tonno nelle acque di Milazzo vada perduta in maniera definitiva.

Nella giornata di ieri, su iniziativa dell’Assessore ai beni culturali Francesco Alesci, si è svolto un sopralluogo da parte del referente della Soprintendenza Osvaldo Prestipino, il quale ha ribadito la necessità dello spostamento del palischermo, adottando le opportune cautele per evitare che durante la movimentazione subisca ulteriori danni. Il Comune pertanto dovrà procedere ad individuare una ditta per svolgere il trasferimento e la Soprintendenza procederà a seguire le varie fasi. “L’incontro era fondamentale per comprendere le reali possibilità dello spostamento della imbarcazione dall’attuale sito. – ha detto Alesci – Abbiamo avuto la conferma che ciò può avvenire, seppur con tanti accorgimenti e quindi adesso ci adopereremo in tal senso per sistemarlo in uno spazio al piano terra dei Molini, dove poter avviare gli interventi di recupero di ciò che sarà consentito”.

Un ecomuseo, per rafforzare l’identità culturale della città: è questo lo spirito dell’intesa sottoscritta dal Comune di Milazzo con l’associazione “Menadì”, rappresentata da Riccardo Giambò, finalizzata ad ottenere il riconoscimento della Regione, che nel 2014 con una legge ad hoc ha istituzionalizzato gli ecomusei quale “patto con il quale la comunità si impegna a prendersi cura del proprio territorio attraverso la promozione di un progetto condiviso, un lavoro che a Milazzo l’associazione ha avviato nel 2016, ma che ha visto come antesignano nel 2013 il giovane architetto Francesco Salamone, che ebbe l’intuizione dell’importanza del turismo esperienziale elaborando un progetto su Vaccarella.

Proprio con lui un gruppo di cittadini (che in seguito saranno lo zoccolo duro del gruppo Fare Milazzo) hanno lanciato l’iter per l’Ecomuseo, un’idea condivisa da Massimo Tricamo (Storia Patria), che ha iniziato una collaborazione per l’individuazione di percorsi, storie e leggende necessarie per l’esaltazione del territorio.

Il floral design Carmelo Antonuccio ha portato le opportunità della Piana con i suoi tesori perfettamente elaborati ed inseriti nei percorsi, mentre il mare e le sue bellezze sono state esaltate dalla collaborazione con Blunauta ed il biologo Mauro Alioto. A credere nel progetto anche il presidente dell’Area marina Giovanni Mangano. Col passar del tempo si è unito biologo Carmelo Isgrò, che ha trasformato in una splendida realtà il MuMa, oggi pezzo di prestigio nel percorso. «Questo è l’Ecomuseo “Chersoneso d’Oro” – spiega Giambò – e oggi grazie all’Amministrazione il percorso sarà in discesa. Un grazie all’Assessore Nicosia che ci ha permesso di definire questo protocollo, già presentato in Soprintendenza, e siamo fiduciosi che ottenga il riconoscimento». A coordinare l’ecomuseo Mario Sfameni. «Abbiamo accolto con interesse questa proposta dell’associazione Menadì – ha aggiunto l’Assessore Antonio Nicosia – consapevoli che il turismo culturale rappresenta uno strumento importante per diffondere e valorizzare le risorse ed i valori di un territorio e quindi siamo certi come Amministrazione che non appena giungerà il riconoscimento potremo sviluppare una progettualità che darà concreti riscontri alla città».