A votare la sfiducia presentata da Pedro Sanchez contro Mariano Rajoy, oltre a quelli del PSOE, erano dati per certi i voti di Unidos Podemos, ERC, PDeCat, Bildu y Nueva Canarias. Il numero dei rappresentanti di questi partiti nel Congresso è pari a 175. La maggioranza assoluta è 176.

Perché la mozione di Sanchez potesse passare nella votazione di venerdì, era necessario almeno un altro voto. Da ricordare anche che, in Spagna, una mozione di sfiducia non consente solo di mandare a casa il governo in carica ma di sostituirlo di fatto, con un premier già indicato e rappresentato da colui che la mozione l'ha presentata, in questo caso il socialista Sanchez.

Ed in suo soccorso, nel dibattito di giovedì, è intervenuto in Aula il portavoce del PNV (partito che rappresenta i nazionalisti baschi), Aitor Esteban, che ha confermato, in base a quanto deciso questa mattina in una riunione dell'esecutivo del partito, di sostenere la mozione di sfiducia di Pedro Sánchez, decretando così la fine del governo di Mariano Rajoy.


Aitor Esteban, parlando al Congresso, si è rammaricato del fatto che il peso della governabilità della Spagna "ricada sulle spalle dei cinque deputati del PNV", assicurando che il suo partito ha fatto "un esercizio di profonda riflessione. La situazione non è semplice e nemmeno le conseguenze", ha aggiunto.

"Non è stato facile decidere, ma l'abbiamo fatto richiamandoci all'etica, alla politica e alla responsabilità" poiché il caso Gürtel "va oltre il problema legale".

Dopo l'intervento di Esteban, si è diffusa la voce delle dimissioni da parte di Rajoy, per evitare così il voto sulla mozione di sfiducia ed andare a nuove elezioni.

In realtà non è ancora chiaro quale sarà la decisione che prenderà l'attuale premier che, oggi, non era presente in Aula. Secondo alcuni media spagnoli che riportano fonti della Moncloa, Rajoy non si dimetterà.

Il voto è previsto per venerdì a mezzogiorno.