«Penserò a tutto questo domani, a Tara. Sarò più forte, allora. E troverò un modo per riconquistarlo. Dopotutto, domani è un altro giorno».
"Tutto andrà bene" è, a mio avviso, il remake di "domani è un altro giorno", la celebre frase che chiude l'altrettanto celebre film, Via col vento, pronunciata da Rossella O’Hara, in cui la protagonista dice di voler tornare a casa e di coler riconquistare Tara, la tenuta dove era nata e dove aveva vissuto.
Il suo ricordo vuole proteggere il cuore dalle emozioni più forti e devastanti che appartengono a questo periodo drammatico. Ed ecco che le scene del film, come in una sequenza nebulosa, tornano alla memoria mio malgrado.
Rossella credeva di amare Ashley Wilkes, ma lui sposò la cugina Melania Hamilton e presto esplose la guerra di secessione.
Nel 1860 Abramo Lincoln abolì la schiavitù, ma “undici Stati del Sud, spavaldi e orgogliosi” decisero di staccarsi dall’Unione: tra questi, la Georgia, con la sua gioventù, un po’ ingenua e “ansiosa di gettarsi nella nuova avventura, la guerra”.
Rossella restò se stessa per tutto il film, testarda e anticonformista, come era da adolescente, ma piano piano si scoprirono altri lati del suo carattere.
Rossella era forte e coraggiosa, non esitava a sporcarsi le mani, a mantenere le promesse a qualunque costo, non pensava mai al passato ma solo a rendere il domani come lei avrebbe voluto che fosse; era tenace lottatrice, furba e determinata, trovava sempre la forza di sopportare il dolore.
Nonostante nel film sia spesso dipinta come un’egocentrica arrivista, viziata e superficiale, in realtà non è possibile non schierarsi dalla sua parte, non provare simpatia per lei .
Lottò strenuamente per salvare i suoi cari, e per sopravvivere.
Fu lungimirante e astuta, sapeva che la vita era piena di ostacoli e che non c'era tempo per piangersi addosso, né per preoccuparsi troppo per il futuro.
Nonostante la guerra distruggesse speranze e sogni del suo Sud, era troppo giovane per essere triste.
Fu costretta ad assistere i soldati, circndata da cadaveri e disperazione e quando i Nordisti saccheggiarono Tara, Miss Elena morì, le sorelle si ammalarono di tifo,e Mr O’Hara di mente, affamata e distrutta, si recò sulla collina della sua terra per fare un'importante promessa a se stessa:
«Giuro davanti a Dio, e Dio mi è testimone, che i Nordisti non mi abbatteranno, supererò questo momento e quando sarà passato non soffrirò mai più la fame, né io, né la mia famiglia».
Rossella si sporcò le mani, lavorò la terra, raccogliendo il cotone, affrontò la morte del padre e mille altre difficoltà.
Piuttosto, alla morte di Melania, quando finalmente capì di non amare Ashley ma il suo Rhett, fu troppo tardi .
Lui la lascio sulla porta di casa .
«Abbiamo fatto di tutto per non capirci», le disse andandosene vie e lei: «Che ne sarà di me?», e lui: «Francamente, mia cara, me ne infischio».
Ma Rossella non si pianse addosso nemmeno allora, o meglio se lo fece, lo fece per pochi istanti e prendendo subito un bel respiro e recitando il suo monito, quello da dire oggi più che mai, affinché svanisca l'ostacolo della paura del contagio che ci attanaglia:
«Ci penserò domani, dopotutto, domani è un altro giorno».
Forse inconsciamente l'esempio di Rossella è stato, da me, rielaborato per la sua capacità straordinaria di ricominciare, per la sua consapevolezza disarmante: sa di non essere perfetta, fa molti errori, cade continuamente, ma si rialza, sempre.
Perché se la vita è una sola si può ricominciare ogni giorno, non contando le volte in cui cadi,bensì quelle in cui ti rialzi.
Ogni volta, una volta di più.
Nulla può essere lasciato al caso, piuttosto bisogna porsi di volta in volta mete da raggiungere.
Per portare a compimento qualcosa è indispensabile stabilire obiettivi e tempi di realizzazione, poiché ciò costringe ad organizzarsi adeguatamente, ad impegnarsi con zelo e spirito di sacrificio oltre che a sfruttare con sapienza il tempo a disposizione.
Gramellini a tal proposito ha affermato :
«Tutto andrà bene si coniuga al futuro, ma agisce subito. Sembra arrivato apposta per colmare il vuoto degli abbracci che non ci possiamo più dare».
Del resto era di John Lennon la tesi secondo cui «alla fine tutto andrà bene. E se non va bene, significa che non è ancora arrivata la fine»!