Forse non è proprio una bancarotta, ma persino FMI e agenzie di rating hanno declassato l’Ucraina quasi ai limiti del default sovrano. Mancano i soldi, ormai il segreto di Pulcinella è nei titoli di giornale.
La legge firmata da Zelensky il 31 luglio ne è il sigillo formale. Dicono si tratti di una misura tecnica, di una fase temporanea, e che poi dopo pagheranno. Per adesso, comunque, i debitori esteri resteranno a bocca asciutta fino al 1º ottobre di quest’anno. Poi si vedrà.
Intanto il governo di Kiev devono accordarsi bene col comitato dei grossi creditori internazionali, che vogliono prendere ciò che possono prima che crolli tutto. E ci sono i parametri dell’FMI da rispettare, altrimenti niente aiuti.
Di fatto con la nuova norma l’Ucraina entra in una specie di default a breve termine, che durerà finché i detentori privati delle obbligazioni statali non accetteranno di aspettare il 2027 per avere quanto spetta loro.
Nina Yuzhanin, membro del comitato parlamentare su finanze, tasse e dogane, sostiene che l’Ucraina da inizio luglio è di fatto in default, manca solo l’ufficializzazione.
Non ne vuole sapere l’economista ucraino Daniil Monin, che l’anno scorso ha nell’ufficio di presidenza di Zelenksy come collaboratore su temi di tassazione e riforma pensionistica. Lui afferma che quest’anno l’Ucraina si salverà dal fallimento e che le sue prospettive finanziarie miglioreranno.
Intanto, però, si prevede che nel 2025 il debito nazionale supererà il 100% del PIL.