In questi anni di governo, Giorgia Meloni ha saputo ritagliarsi un ruolo di primo piano nello scacchiere internazionale, riportando il nostro Paese al centro dei grandi tavoli decisionali. Il recente attivismo diplomatico, culminato in una giornata storica come quella dei funerali di Papa Francesco che potrebbe segnare un passo decisivo verso la pace, ha evidenziato le qualità della premier: misura, capacità di dialogo e una leadership indiscussa.

Meloni ha dimostrato di saper gestire con equilibrio le delicate relazioni tra Stati Uniti ed Europa, riuscendo a proporsi come ponte credibile e interlocutore rispettato da entrambe le sponde dell’Atlantico. In un’Europa spesso divisa e poco incline a trovare sintesi, l’Italia, grazie anche al rapporto personale della premier con il primo inquilino della Casa Bianca, ha riconquistato una posizione di ascolto e influenza. Un risultato che va riconosciuto e valorizzato, frutto di una sensibilità politica che pochi, in questo momento, possono vantare nel panorama europeo.

Tuttavia, mentre la politica estera consegna al governo italiano successi e riconoscimenti, è inevitabile che gli occhi degli italiani tornino a scrutare con crescente impazienza il fronte interno. Perché se è vero che il prestigio internazionale conta, è altrettanto vero che i cittadini chiedono, ora più che mai, risposte concrete sui temi che incidono direttamente sulla loro vita quotidiana.

A partire dai salari, che continuano ad essere tra i più bassi d’Europa, con una capacità di acquisto che negli ultimi anni è crollata, spingendo molte famiglie verso una condizione di difficoltà. Serve un intervento strutturale sul costo del lavoro, sulla contrattazione e sul sostegno al reddito, perché la dignità del lavoro passa prima di tutto da una retribuzione adeguata.

Altro nodo cruciale è quello dell’età pensionabile. Con un limite fissato oltre i 67 anni, l’Italia detiene uno dei record più impietosi d’Europa, una soglia che per molti lavoratori rappresenta un traguardo inarrivabile piuttosto che un diritto. La politica ha il dovere di ridiscutere un modello che non tiene conto dell’usura psicofisica e delle diverse condizioni di lavoro e di vita, restituendo equità e rispetto alla stagione della pensione.

Infine, la questione della sanità pubblica e della sicurezza, due pilastri di ogni società civile, che negli ultimi anni hanno mostrato segni preoccupanti di cedimento. Le liste d’attesa infinite, la carenza di personale medico, il definanziamento progressivo del sistema sanitario nazionale e il crescente senso di insicurezza nelle città richiedono una strategia decisa, investimenti concreti e una visione di lungo periodo.

Gli italiani apprezzano la Meloni statista, protagonista dei dossier internazionali e voce ascoltata nei consessi europei. Ma ora si aspettano che la stessa determinazione e la stessa capacità di mediazione vengano impiegate per affrontare le grandi emergenze sociali ed economiche del Paese. Perché se è vero che l’Italia torna ad alzare la testa nel mondo, è altrettanto urgente che chi la governa torni a guardare negli occhi il proprio popolo.