Dalle conversazioni intercettate nell'inchiesta che ha portato alle dimissioni di Federica Guidi, emergerebbe l'esistenza di un ristretto comitato d'affari, il cosiddetto quartierino come viene definito dall'ex ministra dello Sviluppo Economico.

Chi ne facesse parte, e se, effettivamente, sia riuscito ad influenzare le decisioni di alcuni ministri del Governo Renzi è oggetto dell'indagine dei magistrati di Potenza.

Il compagno della Guidi, Gianluca Gemelli, voleva trasformare il porto di Augusta, città in cui è nato, in un terminale petrolifero, con infrastrutture per l'arrivo del greggio, il suo stoccaggio ed il conseguente trasbordo sulle petroliere. Un affare importante con opere che richiedono investimenti per centinaia di milioni di euro.

Per far questo avrebbe potuto contare su alcuni membri del Governo che avrebbero favorito il progetto insieme alla nomina di persone "compiacenti". Tra i supposti membri dell'esecutivo che sarebbero stati in sinergia con Gemelli, oltre a De Vincenti e Padoan, ci sarebbe il ministro Graziano Delrio che sarebbe stato ricattato con una foto che lo vede insieme ad alcuni malavitosi.

La conferma di Alberto Cozzo, nel ruolo già ricoperto di capo dell’autorità portuale di Augusta, la nomina dell'ammiraglio De Giorgi al Comando Marittimo Sicilia di Augusta al posto dell'ammiraglio Camerini considerato persona scomoda ed infine l'assunzione, a titolo gratuito  di un consulente al ministero dello Sviluppo Economico, Valter Pastena, che si spaccia come il redattore della Legge Navale che avrebbe assecondato i desiderata di Gemelli e soci, hanno fatto pensare ai magistrati di Potenza che questo comitato d'affari esistesse realmente.

Tirato in ballo nell'inchiesta, seppur suo malgrado, il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, nega qualsiasi coinvolgimento nella vicenda e, soprattutto, nega di esser stato fatto oggetto di un qualsiasi ricatto.

Per quanto riguarda la nomina di Alberto Cozzo nel dicembre 2015, nomina che spetta al ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, in un'intervista a Repubblica, chiarisce che Cozzo occupava già quella carica e che lui ha solamente «prorogato i commissari in attesa che entri in vigore la riforma dei porti con i nuovi meccanismi di nomina delle autorità portuali. Il che accadrà entro un paio di mesi».