MARIA CALLAS, oltre Eros e Tanatos - II parte
D’altronde, se Roma piange, Milano non ride, attesi i tempestosi rapporti anche tra Maria e Il teatro alla Scala.
La prosopopea, la concediamo; le sfuriate verso i colleghi comprimari, non ci piacciono, ma siamo anziani sediziosi e facciamo fatica a digerirle, tanto più che il dato, caratteriale avrebbe oscurato una sensibilità sociale che né Luchino Visconti né Pier Paolo Pasolini devono essere riusciti a trasmetterle: Maria non era porosa.
I due registi sono inseriti, per acclamazione, nel novero dei suoi amori “impossibili”. Non sappiamo se esistesse davvero tale impossibilità, o magari tutti loro si siano prestati a recite pruriginose per fare cassa. Pasolini appare tenero verso di lei; il nobile galattico Luchino, che già aveva male - trattato l’attrice Maria Denis, a cui doveva la vita, nei filmati sembra rendere nervosa la grande Callas.
Arriva finalmente la fatidica crociera del 1959, tutti a bordo del panfilo “Christina”, su invito dell’uomo più ricco del mondo: l’armatore Aristotele Onassis, origini della Cappadocia, argentino di passaporto, formalmente ancora sposato, qualche anno più giovane di Meneghini, ma con un carisma impareggiabile, come il suo portafoglio.
Più che una vacanza di VIP, quel girovagare di eterogenei famosi, da Churchill alla pettegola party planner Elsa Maxwell sembrava una riunione di potenti a Cernobbio. La sgraziata Elsa ci viene narrata come saffica adoratrice di Maria e manovratrice della sua vita amorosa, fino a convincerla, sul naviglio, a darla via al suo paperone coetnico, per gusto transfer. Fu probabilmente lei a far circolare la voce che l’amata amica aveva raggiunto l’orgasmo con “Ari” per la prima volta nella sua vita.
Meneghini ricorda che tutto sembrava organizzato per fiaccarlo, comprese le defatiganti escursioni a dorso di mulo, e condurlo all’accettazione del fatto compiuto: la nuova coppia grecizzante si era formata. Mentre Onassis finirà per divorziare da Tina Livanos, Maria e Titta non lo faranno, circostanza che avrà un peso.
Il magnate ellenico aveva avuto una vita a dir poco avventurosa, che si trova facilmente esposta ovunque; quello che si è sottaciuto è una tendenza bisex derivante, secondo i beninformati, più dalla disinvoltura nella lotta per la scalata che come stile di vita.
Titta non credette mai all’esistenza di un bambino, di nome Omero, morto alla nascita, frutto della nuova unione, così come a un aborto a cui ella sarebbe stata costretta da lui; Maria, a suo dire, infertile già negli anni migliori, difficilmente avrebbe potuto rifiorire in seguito; ma forse Meneghini sorvola su di una propria eventuale sterilità e sui mezzi che il ricco armatore avrebbe potuto mettere in campo per far fruttare, nelle cliniche specializzate, un fisico pur già provato come quello della cantante. In ogni caso, nessuno può attestare di aver mai visto il piccolo Omero, oltre quelli che lo giuravano senza prove: resta una leggenda, come il figlio di Marilyn.
I due ragazzi Onassis, Alexander e Christina, vengono descritti ostili alla nuova unione, anche se con sfumature diverse e testimonianze non collimanti: il giovane, intento a conquistare femmine famose come Odile Rodin vedova Rubirosa, avrebbe chiuso un occhio, pago del benessere comunque assicurato; la corrusca Christina avrebbe invece ingaggiato una feroce e sotterranea guerra alla “matrigna”.
Come spesso accade, i desideri esauditi sono più molesti di quelli inappagati, e i due ragazzini, nel frattempo cresciuti, se anche avevano mal digerito la Callas, come “ rovinafamiglie”, dovettero ingollarsi intero il matrimonio a sorpresa di papà con Jacqueline Bouvier vedova Kennedy, il 20 ottobre 1968, nell’isola di Skorpios, proprietà dello sposino.
(rara foto di Jackie che nuota a Skorpios)
...Per quanto ne sappiamo, oltre al dolore dell’abbandono, la rigida Maria non si capacitava del fatto che Jackie avesse sposato l’ex amante ufficiale della propria sorella, la “socialite” Lee Bouvier Radziwill – qui finiamo dritti nell’Alta Società americana dell’omonimo film con Grace Kelly o, prima ancora, di “Scandalo a Filadelfia” con Katharine Hepburn.
Le esplosive nozze spiazzarono il popolino, perché anche le riviste specializzate avevano sostanzialmente taciuto.
Jacqueline era, per tutti, l’eterna vedova del super presidente, pur se i gossip sulle sue scappatelle, ad esempio con Frank Sinatra, si rincorrevano, ma passi; questo scippo da teenager del big tycoon, a quella che tutti consideravano ormai una consolidata compagna, lasciò tutti a bocca aperta, almeno in Italia, la sera in cui il Telegiornale diede la notizia; e la nuova signora Onassis venne sommersa di critiche al cianuro.
Si ripescò anche la velenosa insinuazione secondo cui era diventata l’amante del cognato Bob (sposato con numerosa prole) e si portava, quale pesante indizio, la cronologia: Robert era stato ucciso il 6 giugno precedente, in tempo per “sgombrare il campo”. In realtà i futuri coniugi si erano conosciuti e ufficialmente frequentati quando John Fitzgerald era ancora in vita (vedi nostro articolo su di lui).