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A questo punto della storia, gli incroci diventano infernali. Gli articolisti sembravano disorientati. I due nubendi avevano redatto un contratto prematrimoniale, atto alquanto invalso tra le coppie del jet set e fin qui; ma presto le gole profonde iniziarono a spifferare che lei non rispettava i patti, non aveva voluto saperne di tentare una gravidanza (quasi quarantenne, provata da aborti spontanei e un baby spirato alla nascita, è comprensibile), i due avevano presto smesso di “dormire” insieme.

Nel 1973, in un incidente aereo dalle dinamiche mai chiarite, muore Alexander Onassis, che in verità non era tagliato per il volo, a causa della sua debole vista, ma aveva empatizzato con il “fratellastro” John Kennedy Jr, avviando quest’ultimo alla sua stessa passione per il pilotaggio.

La tragedia schiantò anche papà Ari, che se ne andò due anni dopo: si videro le immagini del funerale, con Jackie che tiene a braccetto la riottosa Christina. La due volte vedova finì per accompagnarsi ad un ricco commerciante di diamanti, Maurice Tempelsman, oggi novantunenne, spesso riparati nell’isoletta esclusiva di Martha’s Vineyard, meta dei ricconi newyorchesi (vi è sepolto John Belushi).

Forse Christina finì per rimpiangere Maria Callas? Probabile. La ragazza, nata nel 1950, viene tratteggiata come un’eterna infelice, sentendosi inguaribilmente brutta, nonché traumatizzata: innanzitutto dal confronto con la bella madre Tina Livanos, in seguito da altri drammi. Tina aveva una sorella, Eugenia, moglie dell’eterno rivale di Onassis, Stavros Niarchos. Eugenia scomparve nel 1970, causa ufficiale overdose, ma sospetti si erano addensati su Stavros. Con chi si risposò il vedovo? Con la cognata Tina, che morì nel 1974 nello stesso modo (e il medesimo strascico di insinuazioni).

Christina, mentre il babbo amoreggiava con le sue donne, forse per rivalsa e ingenua ribellione, si era spesa in diversi matrimoni. Prima con l’immobiliarista losangeleno, di trent’anni più vecchio, Joseph Bolker, ebreo e perciò, si disse, inviso ad Ari che all’epoca faceva affari con gli arabi; poi con il pingue greco Alexandros Andreadis ( si mormorava che l’unione fosse stata combinata da alcune zie); terzo tentativo con l’uomo d’affari russo Sergei Kauzov ( i giornali ironizzarono sul suo occhio di vetro); infine, nel 1984, con il fusto francese Therry Roussel, erede di industriali farmaceutici, da cui avrà la figlia Athina, e divorzierà presto, per morire nel 1988, di un’edema forse causato dall’uso di stupefacenti. La sua figura sembra tratta dal capolavoro “ L’ereditiera” di William Wyler, con Olivia de Havilland ( vedi nostro articolo), ma un finale proprio da tragedia greca, un esito che allunga le sue ombre ovunque, infatti…

Maria Callas si ritrovò sola; aveva provato a fare l’insegnante alla Juilliard di New York ma non  funzionò; aveva lavorato in coppia col collega, dato per amante, Giuseppe Di Stefano, che dovette difenderla dalle critiche alla voce ritenuta ormai non più all’altezza; infine, dopo la dipartita di Aristotele, si chiuse nella sua casa di Parigi, Avenue Georges Mandel, incassando via via anche la scomparsa di Pier Paolo e Luchino; l’amico Franco Zeffirelli ammetterà che un po’ tutti l’avevano abbandonata (sua la regia di “Dallas forever, 2002).

Apriamo un parentesi di ritorno al futuro. 16 luglio 1999: John Kennedy Jr , sulla via di una trasferta all’isola amata dalla madre, Martha’s Vineyard, per una cerimonia, si inabissa alla conduzione di un piccolo aereo, trascinando con sé moglie e cognata. Per approfondimenti, rimandiamo al nostro libro “Complottista io?” (Carmen Gueye, Eidon Edizioni); non possiamo non andare con la mente ad Alexander Onassis, che ne era amico e lo aveva introdotto alla passione per il volo, che Jackie sempre aveva osteggiato, ma lei se n’era già andata, nel 1994, pronunciando le parole, riferite al suo male: “Perché proprio a me? Mi sono comportata bene”.

Si immagina che Maria non la pensasse allo stesso modo, anche se gli intimi ( in seguito troppi hanno sostenuto di esserlo stati) assicurano che ella mai odiò Jacqueline.

I motivi del suo isolamento restano misteriosi. Secondo alcuni, la star finì ostaggio dei suoi collaboratori domestici ed era ostico perfino riuscire a parlarle al telefono. Si mormora che abusasse di molte sostanze, farmaci sostanzialmente, soprattutto per venire a capo dell’ostinata insonnia. Infine, il 16 settembre 1977, arrivò la fine, tra un coro di lacrime da coccodrillo.

I colpi di scena non sono finiti, e qui riportiamo:

“Eredità Meneghini-Callas: liti e polemiche dopo che il commendatore lasciò un patrimonio valutato miliardi di lire alla sua governante, l’allora settantenne Emma Roverselli Brutti….Si fecero avanti anche la novantaduenne madre della Callas, Evangeliha Dimitriadu, e la sorella minore della famosa cantante, Jackye...Io posso solo parlare bene di Emma Roverselli, dice il biografo della Callas Michele Nocera….Il testamento a favore della governante stroncò anche il progetto per quella che avrebbe dovuto diventare la fondazione «Maria Meneghini Callas», che avrebbe dovuto promuovere il canto lirico, legando il nome della divina a quello del marito”.

Gardanotizie – 18 aprile 2006

In questo periodo molti amano citare pellicole come “Matrix”, “Truman show”, “Essi vivono” o vecchie serie televisive tipo  “Il brivido dell’imprevisto”. Ma a qualcuno verrebbe mai in mente una trama più oscura di quella che abbiamo appena riassunto?