Il professor Robert West, uno dei membri dello Scientific Advisory Group for Emergencies (Sage) che consiglia il governo in caso di emergenze, ha accusato Boris Johnson e i suoi ministri di voler favorire il contagio tra i giovani nel tentativo di raggiungere in Inghilterra l'immunità di gregge prima dell'inverno.

"Quello a cui stiamo assistendo - ha dichiarato al Guardian il professor West che insegna all'University College di Londra - è una deliberata decisione del governo nel voler far contagiare quante più persone possibile, il più rapidamente possibile, usando la retorica della cautela in modo da scaricarne la responsabilità sulle persone"."Sembra che il governo - ha proseguito West - ritenga che il danno alla salute e ai servizi sanitari che deriveranno da tale scelta potrà essere  ampiamente ripagato dal ritorno politico che pensa di ottenere", aggiungendo che i ministri adesso credono di ritenere la strategia dell'immunità di gregge, a differenza dello scorso anno, sostenibile per la disponibilità di vaccini anti-Covid.

Il segretario alla salute del governo ombra, Jon Ashworth, ha dichiarato in proposito: "Abbandonando tutte le precauzioni e consentendo al  contagio di espandersi, non solo si rischiano ulteriori chiusure in futuro, ma migliaia di persone saranno sicuramente condannate a malattie a lungo termine, con un'enorme pressione che peserà sul servizio sanitario nazionale. L'aumento dei ricoveri per Covid sta già adesso contribuendo ad aumentare la crisi del SSN, con operazioni annullate e tempi di attesa in aumento per le prestazioni mediche. Significa che ci stiamo dirigendo verso un altro inverno difficile e un alto livello di circolazione del virus potrebbe far emergere una nuova ulteriore variante resistente ai vaccini. Quella scelta da Johnson è una strategia assolutamente avventata".

Gli ultimi dati dell'Office for National Statistics  (Ons) indicano che il coronavirus in Inghilterra è ora in gran parte diffuso tra i giovani. I casi tra gli 11 e i 16 anni sono quasi quattro volte più frequenti e quelli tra i 16 e i 24 anni quasi sei volte più comuni rispetto a quelli tra i 50 e i 69 anni.

Sebbene i giovani siano a basso rischio di ammalarsi di Covid, possono comunque contribuire a diffondere l'epidemia e il rischio di infezione per le persone più vulnerabili.

Per difficoltà tecniche, i dati sul contagio di questo sabato non sono stati ancora pubblicati. Quelli di venerdì indicavano oltre 36mila nuovi casi, con 870 nuove ospedalizzazioni nel corso delle precedenti 24 ore... ma senza includere i dati relativi al Galles.