Riuscire a trovare un politico coerente è certamente compito non semplice. Se poi questo politico milita nei cinque stelle allora l'impresa diventa titanica. Fa davvero specie vedere Giuseppe Conte, il miracolato sulla via di palazzo Chigi 6 anni fa, manifestare in piazza contro il riarmo.
Secondo le stime più aggiornate della Nato, di cui l’Italia è membro, nel 2021 le spese militari del nostro Paese hanno raggiunto una cifra pari all’1,41 per cento del Pil, in crescita rispetto all’1,38 per cento del 2020 e all’1,18 per cento del 2019. Nel 2018 la percentuale era leggermente più alta, all’1,23 per cento, il risultato di una crescita iniziata nel 2015, quando la percentuale era stata pari all’1,07 per cento del Pil.
Dunque, nel primo anno di governo Conte le spese militari in rapporto al Pil erano un po’ calate, per poi salire negli anni successivi. Va però sottolineato che nel 2020 e nel 2021 la ricchezza prodotta dall’Italia è stata fortemente colpita dalla crisi economica causata dalla pandemia di Covid-19.
A Londra nel 2019 firmò questo documento da premier: ‘Siamo determinati a condividere i costi e le responsabilità della nostra sicurezza indivisibile. Attraverso il nostro impegno, stiamo aumentando i nostri investimenti nella Difesa in linea con le sue linee guida del 2 per cento e del 20 per cento, investendo in nuove capacità e contribuendo con più forze alle missioni e alle operazioni'”. “Politicamente parlando, in verità, per chi auspica che il centrosinistra possa tornare a vincere il M5s più che cancellarlo bisognerebbe ridimensionarlo. E lo scenario di uno spazio al centro non dipende- conclude Cerasa- solo dall’erosione degli estremi, a destra e a sinistra, ma dipende dalla semplice risposta a una domanda: c’è in Italia un leader, che ancora non vediamo, che potrebbe pensare di creare una nuova dialettica civile e politica provando a parlare più a chi si oppone agli estremi che a chi li alimenta?”.
Quando a Palazzo Chigi è arrivato Giuseppe Conte, con Elisabetta Trenta incaricata di guidare il Ministero della Difesa, i conti delle spese delle forze armate sono cresciute: del 2,8% nella categoria personale, dell'11,6 alla voce esercizio e del 7,7 sugli investimenti. Dal 2018 in poi, i due governi guidati dall'ex avvocato del popolo, hanno pianificato di mettere a disposizione dei militari una cifra sempre più alta. I conti su carri armati, sistemi di difesa tradizionali e tecnologi, su munizioni e attività cyber non sono semplici da sintetizzare. E neppure da decifrare. Anche perché all'attività delle quattro forze armate concorrono tre ministeri: quello della Difesa, ma anche quello dell'Economia e pure quello dello Sviluppo economico. Le tabelle si accavallano e i capitoli dei bilanci si dividono su progetti a lunga scadenza e spese imminenti. La cifra più alta è quella per l'acquisto degli F-35, i jet di ultima generazione sui quali il Movimento 5 Stelle aveva fatto una lunga battaglia. E la curiosità è che durante il governo Conte la Difesa ne ha acquistati 28: 690 milioni spesi nel 2019 per arrivare ai 747 del 2021.
Ma forse l'avvocato Conte come anche in altre occasioni dimostrato, dimostra di avere una memoria labile, o quanto meno assai selettiva, ricorda solo i particolari che lo mettono in buona luce ( pochi) e dimentica totalmente quelli che invece mostrano la sua incoerenza e le sue incerte condotte quando ha governato il paese. Troppo facile adesso fare i sepolcri imbiancati e pulirsi la coscienza ad uso e consumo di telecamere e media amici. Perché così si rischia solo l'avanspettacolo, come da presenza alla manifestazione della celebre influencer napoletana Rita De Crescenzo. Forse certa che il movimento cinque stelle un seggio sicuro non lo ha mai negato a nessuno.