A giorni... imminente... questione di ore... ormai è spasmodica l'attesa di un attacco iraniano su Israele a seguito dei 13 morti appartenenti alle guardie rivoluzionarie islamiche causati dall'attentato con cui Tel Aviv ha raso al suolo l'edificio consolare dell'ambasciata di Teheran a Damasco.
Secondo la CBS, che avrebbe ricevuto la notizia da funzionari americani in cambio del loro anonimato, su obiettivi militari all'interno dello Stato ebraico potrebbero piovere centinaia di droni e decine di missili, in un attacco che potrebbe mettere a dura prova l'iron dome, lo scudo difensivo israeliano.
Quello di Israele a Damasco, non rivendicato, è stato sia un attacco terroristico che una dichiarazione di guerra, dato che ha colpito una sede diplomatica di un altro Paese. Quindi, il perché l'Iran non debba rispondere ad un atto di guerra non è ancora stato spiegato.
Il segretario di Stato americano Antony Blinken, in questi giorni, ha parlato con i ministri degli Esteri di Cina, Arabia Saudita e Turchia per cercare di convincerli a sfruttare la loro influenza sull'Iran. Gli Stati Uniti, che adesso minacciano l'Iran in caso di attacco secondo quanto dichiarato dal più che confuso presidente Biden, a parti invertite che cosa avrebbero fatto?
Riflessioni da due lire, queste, ma che sulla stampa non si leggono, nonostante siano dovute. Spiegarne il perché rimanda ad una considerazione altrettanto banale, nella sua ovvia semplicità: Israele può tutto, senza pagar dazio per le proprie azioni, anche nel caso in cui commetta un genocidio.
Così, nonostante il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite abbia chiesto un cessate il fuoco a Gaza, Israele non solo ha ignorato tale richiesta, ma ha continuato a mietere vittime civili in tutta la Striscia.
Nelle ultime 24 ore, in otto diversi bombardamenti, il morale esercito israeliano ha assassinato 89 civili, ferendone altri 120. Con queste nuove vittime, il bilancio nella Striscia di Gaza dall'inizio dell'aggressione è salito a 33.634 morti, la maggior parte dei quali donne e bambini e donne, e 76.094 persone. A questi numeri vanno aggiunti anche le migliaia di dispersi sepolti sotto le macerie.