Alla fine del vertice di Sde Boker, nel deserto del Negev, mano nella mano e un po' impicciati dalle panze, il ministro degli Esteri del Bahrain Abdullatif bin Rashid al-Zayani, il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry, il ministro degli Esteri israeliano Yair Lapid, il segretario di Stato americano Antony Blinken, il ministro degli Esteri del Marocco Nasser Bourita e il ministro degli Esteri degli Emirati Arabi Uniti Sheikh Abdullah bin Zayed Al Nahyan si sono fatti riprendere, sorridenti, in una foto di gruppo, per dimostrare al mondo quanto adesso i loro rispettivi Paesi vadano d'amore e d'accordo.

Tanta è l'unità d'intenti che nella conferenza stampa conclusiva il ministro degli Esteri israeliano, Yair Lapid, ha detto ai giornalisti che il vertice del Negev diventerà "un forum permanente", per costruire "una nuova architettura regionale basata su progresso, tecnologia, tolleranza religiosa, sicurezza e cooperazione in relazione allo scambio di informazioni di intelligence".

La nuova architettura, sempre secondo Lapid, servirà ad intimidire e scoraggiare i nemici comuni, in primo luogo l'Iran e i suoi alleati".

Soddisfattissimo del risultato del vertice anche il segretario di Stato americano, che ha affermato che "cose ​​prima impossibili sono adesso diventate possibili", elogiando i nuovi legami economici, gli accordi sull'energia solare e i forum diplomatici che si sono svolti nella regione negli ultimi mesi a seguito della normalizzazione dei rapporti tra Israele e Stati arabi,  con gli Stati Uniti che continueranno a sostenere e aiutare a far crescere gli accordi già in atto.

Ma Bilnken non ha dimenticato di sottolineare che gli accordi non sostituiscono i progressi da fare sul fronte palestinese e ha promesso di lavorare affinché palestinesi e israeliani godano di "uguali misure" di prosperità, dignità e sicurezza. Ma che cosa abbia in programma di fare per favorire la creazione di tali misure, Blinken non lo ha fatto sapere.

Inutile dire quanto fossero soddisfatti anche i membri dei tre Stati arabi  che, in pratica, si sono rammaricati di non aver seguito, in passato, l'esempio dell'Egitto nel normalizzare i rapporti con Israele. In sostanza, tutti hanno concordato che il denaro è molto più importante di qualunque altra cosa e visto che insieme hanno iniziato a fare buoni affari, perché non farne ancora di più?

Durante il vertice, un attacco "terroristico" è costato la vita a due guardie di frontiera. Naturalmente, responsabile dell'attacco è stato indicato il solito terrorista collegato all'Isis, nonostante lo stato islamico con la Palestina non abbia mai avuto nulla a che fare, anche perché, da sempre, i palestinesi non hanno mai trasformato le loro rivendicazioni in una guerra santa.

L'Olp, tramite un suo funzionario, ha ricordato che della questione palestinese in questo vertice non se ne è parlato e se se ne fosse parlato sarebbe stato comunque alle condizioni di Israele... dato che rappresentanti palestinesi non erano presenti.