"Il fattore religioso, per sua natura, dovrebbe contribuire a stemperare le asprezze dei contrasti, dovrebbe creare lo spazio perché a tutti vengano riconosciuti pieni diritti di cittadinanza su un piano di parità e senza discriminazioni. Tuttavia, diverse volte la religione subisce manipolazioni e strumentalizzazioni, e finisce per servire a disegni che non sono compatibili con essa. In questi casi la religione diventa fattore di scontro e di odio, che può sfociare in atti violenti. E voi lo avete visto, alcune volte. Io ricordo, quel momento duro, aver visto filmati nelle notizie: con quanta durezza, con quanto dolore …È perciò indispensabile che in tutti maturi la convinzione che non si può, in nome di Dio, fomentare il disprezzo dell’altro, l’odio e la violenza. Vi incoraggio, dunque, a proseguire nel vostro nobile intento di promuovere l’armonia religiosa e di operare affinché vengano superate le incomprensioni tra le diverse religioni per costruire così un percorso di dialogo fiducioso e di pace. È un cammino non semplice, che a volte subisce delle battute d’arresto, ma è l’unico cammino possibile, da perseguire con tenacia e costanza, se davvero si desidera fare il bene della comunità e favorire la pace".

Questo è quanto ha detto oggi Papa Francesco rivolgendosi all'Associazione comunità afgana in Italia. Ma le parole del Papa valgono anche per altri...

Theodor Herzl, il profeta del sionismo politico, non si ispirò alla Bibbia. Eppure chiamò la sua ideologia sionismo, usando il nome biblico di Gerusalemme. Per quanto riguarda i sionisti post-Herzl, e gli attuali fondatori del moderno Stato di Israele, erano immersi nella Bibbia. "La Bibbia è il nostro mandato", dichiarò Chaim Weizmann nel 1919, e nel 1948 offrì a Truman un rotolo della Torah a titolo di ringraziamento per il suo riconoscimento di Israele. Così inizia la Dichiarazione di Costituzione dello Stato di Israele:"ERETZ-ISRAEL, Terra d'Israele, [Palestina, ndr] è stata la culla del popolo ebraico. Qui si formò la loro identità spirituale, religiosa e politica. Qui per la prima volta ottennero lo status di Stato, crearono valori culturali di significato nazionale e universale e donarono al mondo l'eterno Libro dei Libri. David Ben-Gurion, l'autore di questo documento e padre della nazione, aveva una visione biblica del popolo ebraico. Per lui, secondo il suo biografo Dan Kurzman, la rinascita di Israele nel 1948 "è come l’esodo dall’Egitto, la conquista della terra da parte di Giosuè, la rivolta dei Maccabei". Quasi tutti i leader israeliani della generazione di Ben-Gurion e di quelli successivi condividono la stessa mentalità biblica. Moshe Dayan, l'eroe militare della Guerra dei Sei Giorni del 1967, giustificò la sua annessione di nuovi territori in un libro intitolato Vivere con la Bibbia (1978). Anche Naftali Bennett, ministro israeliano dell'Istruzione, ha giustificato l'annessione della Cisgiordania con la Bibbia.Ora ci sono fanatici dichiarati della Bibbia nel governo israeliano, come il Ministro della Sicurezza Nazionale Itamar Ben-Gvir, che ogni giorno riprende citazioni bibliche: "Dio ha dato la terra d’Israele al popolo ebraico".Benjamin Netanyahu pensa in modo biblico. Il 3 marzo 2015, ha drammatizzato davanti al Congresso statunitense la sua fobia dell'Iran facendo riferimento al libro biblico di Ester:"Siamo un popolo antico. Nei nostri quasi 4.000 anni di storia, molti hanno tentato ripetutamente di distruggere il popolo ebraico. Domani sera, nella festa ebraica di Purim, leggeremo il libro di Ester. Leggeremo di un potente viceré persiano di nome Haman, che complottò per distruggere il popolo ebraico circa 2.500 anni fa. Ma una coraggiosa donna ebrea, la regina Ester, smascherò il complotto e diede al popolo ebraico il diritto di difendersi dai nemici. Il complotto è stato sventato. La nostra gente è stata salvata. Oggi il popolo ebraico si trova ad affrontare un altro tentativo da parte di un altro potentato persiano di distruggerci".Nel 2019, Netanyahu pronunciò queste parole durante un tour in Cisgiordania: "Credo nel libro dei libri e lo leggo come un invito all'azione affinché ogni generazione debba fare ciò che può per garantire l'eternità di Israele". (La psicopatia biblica di Israele, Laurent Guyénot)

Oggi Netanyahu afferma che Dio sta con Israele... per supportare il genocidio dei palestinesi in atto a Gaza, a Gerusalemme est e in Cisgiordania.