"La decisione della Lega di interrompere questa esperienza di Governo al fine di tornare urgentemente alle urne elettorali la reputo oggettivamente grave e spiego perché. Innanzitutto, questa crisi interviene a interrompere prematuramente un'azione di Governo che procedeva operosamente e che, già nel primo anno, aveva realizzato molti risultati e ancora molti ne stava realizzando.Due: questo Governo era nato per intercettare l'insoddisfazione dei cittadini che, con il voto del 4 marzo 2018, avevano manifestato il desiderio di un cambio di passo rispetto alle politiche pregresse e, per questo, mirava a realizzare un ampio disegno riformatore, che ora viene bruscamente interrotto.Tre: questa decisione viola il solenne impegno che il leader della Lega aveva assunto all'inizio della legislatura, sottoscrivendo il contratto di Governo con il Movimento 5 Stelle. Ricordo che il contratto prevede, in caso di divergenze, l'impegno delle parti, cito testualmente, «a discuterne con la massima sollecitudine e nel rispetto dei principi di buona fede e di leale cooperazione».Quarto: i tempi di questa decisione espongono a gravi rischi il nostro Paese. Una crisi in pieno agosto comporta potenzialmente elezioni anticipate in autunno; considerando i tempi costituzionalmente necessari per la convocazione delle nuove Camere e per la formazione del Governo, il rischio di ritrovarsi in esercizio finanziario provvisorio è altamente probabile. Nell'ambito di una congiuntura economica internazionale non certo favorevole, il nuovo Governo si ritroverebbe nelle difficoltà di contrastare l'aumento dell'IVA e con un sistema economico esposto a speculazioni finanziarie e agli sbalzi dello spread.Quinto punto: aggiungo che questa crisi interviene in un momento delicato dell'interlocuzione con le Istituzioni europee. Siamo in avvio di legislatura e proprio in questi giorni si stanno per concludere le trattative per le nomine dei commissari e per la copertura di altre delicate posizioni. Mi sono sin qui personalmente adoperato per assicurare all'Italia un rilievo centrale nei nuovi assetti, in linea con il prestigio e la forza economica e culturale del nostro Paese. È evidente che l'Italia corre ora il rischio di partecipare a questa trattativa in condizioni di oggettiva difficoltà e debolezza.Sono queste le ragioni che mi inducono a valutare come fortemente irresponsabile la decisione di innescare la crisi di Governo. Per questa via, permettetemi di dire che il Ministro dell'Interno ha mostrato di inseguire interessi personali e di partito."


Quello sopra riportato è il passaggio centrale del discorso di Giuseppe Conte al Senato. Discorso in cui il premier ha rinfacciato a Matteo Salvini tutte le "sgrammaticature" istituzionali da lui compiute in questi 14 mesi di Governo fino a rinfacciargli che "le scelte compiute e i comportamenti adottati in questi ultimi giorni dal Ministro dell'interno rivelano scarsa sensibilità istituzionale e grave carenza di cultura costituzionale".

Discorso in cui Conte ha rispedito al mittente l'accusa di aver guidato un governo del no:

"Questo - ha detto il premier - è un Governo che ha lavorato intensamente sino all'ultimo giorno e ha prodotto numerose significative riforme, altro che Governo dei no. La verità è un'altra: all'indomani della competizione europea, il Ministro dell'interno e leader della Lega, forte del successo elettorale conseguito, ha posto in essere un'operazione di progressivo distacco dall'azione di Governo, un'operazione che ha finito per distrarlo dai suoi stessi compiti istituzionali e lo ha indotto alla costante ricerca di un pretesto, che potesse giustificare la crisi di Governo e il ritorno alle urne".


E non è mancata neppure la preoccupazione da parte di Conte per certe scelte e per certe dichiarazioni da parte di Salvini:

"Caro Ministro dell'interno, caro Matteo, promuovendo questa crisi di Governo ti sei assunto una grande responsabilità di fronte al Paese. L'hai annunciata chiedendo pieni poteri per governare il Paese e, ancora di recente, ti ho sentito invocare le piazze al tuo sostegno: questa tua concezione, permetti di dirlo, mi preoccupa.Innanzi tutto, nel nostro ordinamento repubblicano le crisi di Governo non si affrontano né regolano nelle piazze, ma nel Parlamento.In secondo luogo, il principio dei pesi e contrappesi è assolutamente fondamentale perché sia garantito il necessario equilibrio al nostro sistema democratico e siano precluse derive autoritarie.Caro Matteo, ispiri la tua azione alle concezioni sovraniste, e spesso ne abbiamo anche parlato. Permettimi allora di richiamare il pensiero di un sovrano illuminato lontano nel tempo, Federico II di Svevia: «Quantunque la nostra maestà sia sciolta da ogni legge, non si leva tuttavia essa al di sopra del giudizio della ragione, che è la madre del diritto».Non abbiamo bisogno di uomini con pieni poteri, ma di persone che abbiano cultura istituzionale e senso di responsabilità. Se tu avessi mostrato cultura delle regole e sensibilità istituzionale, l'intera azione di Governo ne avrebbe sicuramente tratto giovamento. ...La cultura delle regole, il rispetto delle istituzioni certamente non si improvvisano, ma sono qualità fondamentali per aspirare al ruolo di Ministro dell'Interno o anche di Presidente del Consiglio dei Ministri, che ha compiti di responsabilità, deve lavorare a soluzioni concrete e sostenibili, senza rincorrere o addirittura sollecitare le reazioni emotive dei cittadini".


Conte nel suo discorso ha anche tracciato un da farsi in essere che può anche essere interpretato come programma di governo su cui impegnarsi per un futuro incarico. Quello che non ha detto è che la sua esperienza politica sia terminata nel momento in cui rimetterà il proprio mandato nelle mani di Sergio Mattarella.

Potrebbe allora ripetere il ruolo di mediatore tra 5 Stelle e Partito Democratico nel caso che le due forze politiche trovino un'intesa per proseguire la legislatura?