La Russia ha negato martedì 14 febbraio qualsiasi "piano per destabilizzare la Moldavia", in risposta alle dichiarazioni del presidente moldavo Maïa Sandu il quale ha  accusato Mosca di preparare "attacchi violenti" nel suo Paese.

Le affermazioni del leader moldavo "sono assolutamente infondate e prive di prove", ha dichiarato il ministero degli Esteri russo in un comunicato, accusando anche l'Ucraina di essere la fonte di questa "disinformazione" per alimentare le tensioni tra Mosca e Chisinau.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato la scorsa settimana che il suo paese ha intercettato documenti che mostrano un piano per destabilizzare la Moldavia.

"Il piano prevede attacchi a edifici statali e presa di ostaggi da parte di sabotatori con un passato militare camuffato in abiti civili", ha detto lunedì 13 febbraio Maria Sandu alla stampa.

In questo contesto, ha annunciato un progetto legislativo volto a dotare procuratori e servizi di intelligence "gli strumenti necessari per contrastare efficacemente i rischi per la sicurezza nazionale".

La Moldavia, ex repubblica sovietica di 2,6 milioni di abitanti situata tra Romania e Ucraina, ha preso negli ultimi anni una svolta filo-occidentale, facendo arrabbiare Mosca. Il Paese, candidato dall'estate del 2022 all'adesione all'Unione Europea, attraversa crisi dall'inizio dell'offensiva russa in Ucraina e denuncia da mesi "il ricatto energetico della Russia", che ha dimezzato le sue consegne di gas.

Chisinau deve anche fare i conti con la presenza di soldati russi e di un grande stock di munizioni nella regione separatista filo-russa della Transdniestria.