Il premier britannico Johnson, durante una visita a un centro di vaccinazione ad Aylesbury, ha dichiarato che il piano in atto in Inghilterra è sufficiente, al momento,  per gestire il contagio da Covid nella nazione. Un piano che prevede di indossare la mascherina in pubblico all'interno di certi ambienti (al chiuso) e suggerisce alle aziende, quando possibile, di ricorrere allo smart working. Queste misure scadranno il 26 gennaio, ma potrebbero essere riviste mercoledì prossimo. 

Lunedì, nel Regno Unito, sono stati segnalati 157.758 nuovi casi di coronavirus, 1.189.985 negli ultimi sette giorni, circa 400mila in più rispetto alla settimana precedente. Anche il numero dei decessi è tornato a crescere, ma sono stati "solo" 42 nelle ultime 24 ore. Invece è in netto aumento il numero degli ospedalizzati, circa 2mila in un giorno, che però è sempre quello di una settimana fa... a causa delle feste non sono stati ancora forniti i dati dei ricoveri negli ultimi 7 giorni.

E che negli ospedali britannici le cose non vadano tanto bene, lo conferma Chris Hopson, l'amministratore delegato dell'NHS Providers, che rappresenta il personale che lavora nella sanità pubblica, che su Twitter ha dichiarato che la pressione sugli ospedali registrata in precedenza a Londra adesso si sta diffondendo anche nel resto del Regno Unito.

La difficoltà che sta riscontrando il servizio sanitario britannico è causato dall'aumento dei ricoveri e dalla scarsità di personale, perché in parte risultato positivo al Covid. Questo ha un effetto a cascata, rendendo necessario un super lavoro per medici e infermieri che devono rinunciare ai periodi di riposo e una progressiva diminuzione nell'assistenza programmata ai malati non Covid.

Un principio di caos che in molti paventano come il maggior pericolo della variante Omicron... in attesa di conoscere con certezza se sia in grado di generare una malattia meno devastante rispetto a quella delle precedenti varianti.