Segue l'indagine conoscitiva della Commissione Difesa del Senato sul contributo dei militari italiani al controllo dei flussi migratori nel Mediterraneo e l'impatto della attività delle organizzazioni non governative. Il 4 maggio ha visto l'audizione audizione di esponenti dell'ONG MOAS (Migrant Offshore Aid Station), la cui dorigine maltese è stata oggetto di numerose polemiche.
Nel dibattito extra parlamentare che continua a svilupparsi sulla vicenda, da segnalare l'attacco dell'agenzia Frontex anche a Medici Senza Frontiere, tanto che Loris De Filippi, presidente di Medici Senza Frontiere, ha minacciato in un'intervista a Radio Capital di passare ad azioni legali nei confronti di chiunque possa diffamare l'ONG.
Per De Filippi, «Frontex riceve finanziamenti enormi da parte dei 28 stati membri Ue ed è inefficace. E’ evidente [per tale motivo] che deve mettere sul banco degli imputati qualcun altro. Dire che abbiamo rapporti diretti coi trafficanti è un’accusa infamante.
Noi non spegniamo i trasponder ed in oltre il 70% dei casi il sistema di coordinamento di Roma ci dice dove andare avvisandoci del naufragio. In altri casi abbiamo avvistato noi i migranti dalle nostre navi e poi abbiamo avvisato il rescue center di Roma che ci ha detto che cosa fare. Non è possibile che si dica che i migranti arrivano da noi perché ci sono le Ong.»
Sulla stessa lunghezza d'onda, il presidente del Senato Piero Grasso che, in un suo intervento al convegno The State of the Union in corso alla Badia Fiesolana, parlando delle ONG, ha dichiarato: «A proposito di recenti polemiche sono certo, anche per la mia lunga esperienza personale, la magistratura e le forze di polizia faranno piena luce su eventuali opacità e che proveranno e puniranno i reati che siano stati eventualmente commessi.
Questo avvenga però nel rispetto rigoroso delle regole e della riservatezza necessaria a garantire il successo delle indagini. Fino ad allora credo sia sbagliato e ingeneroso associarsi ad accuse generiche, congetturali e politicamente strumentali.
Le organizzazioni non governative hanno avuto un ruolo determinante, in stretta sinergia con le tante istituzioni centrali e territoriali, nel sistema europeo e italiano del soccorso e dell’accoglienza; hanno svolto sostanzialmente una funzione pubblica a favore dell’Unione, garantendo servizi che avrebbero dovuto essere semmai assicurati da interventi istituzionali di carattere europeo.»
Per la cronaca, riportiamo di seguito alcuni dei passaggi del Procuratore della Repubblica di Catania, Carmelo Zuccaro, nel suo intevento del 3 maggio alla Commissione Difesa del Senato. Le dichiarazioni di Zuccaro, per chi non ne fosse a conoscenza, hanno dato vita ad una diatriba politico mediatica che ha coinvolto istituzioni, forze politiche e ONG operanti nel Mediterraneo.
«... a partire soprattutto dal novembre 2016, il traffico di esseri umani ha assunto nuove forme e modalità, a seguito dell'operare, a ridosso delle acque libiche, di battelli legati a organizzazioni non governative (ONG) che soccorrono i migranti e li trasportano successivamente nei porti indicati dalla Guardia costiera italiana. Ciò ha indotto i trafficanti a utilizzare imbarcazioni sempre più fatiscenti e insicure e ad affidarne la conduzione ai migranti stessi, massimizzando i propri profitti ed avendo anche la garanzia dell'impunità. Con provvedimento dell'Ufficio da lui diretto, adottato nel successivo mese di dicembre, infatti, si decideva di non procedere a carico dei cosiddetti "scafisti occasionali".
Negli ultimi tempi, l'Ufficio da lui diretto non è più nella condizione di svolgere indagini di ampio respiro, che invece sarebbe doveroso poter effettuare anche a tutela degli stessi migranti.
Un forte impulso, a suo avviso, al lavoro investigativo potrebbe essere al riguardo fornito dalle intercettazioni dei telefoni satellitari utilizzati per richiedere i soccorsi: dall'esame del traffico telefonico, della sim card utilizzata e del codice IMEI dell'apparecchio potrebbero, infatti, emergere importanti elementi di indagine.
Peraltro, gli stessi scafisti adottano la prassi di gettare in acqua l'apparecchio qualora il salvataggio venga effettuato da una nave militare, e di conservarlo invece nel caso il cui operi una nave privata, al fine di un successivo riutilizzo (come confermatogli anche dalla Guardia costiera e dalla Marina militare).
...da dati non utilizzabili processualmente, risulta l'esistenza di contatti tra la terraferma libica e operatori privati in mare per definire preventivamente il punto dove avverrà il soccorso.
Si tratta di rapporti decisamente poco chiari che richiederebbero, peraltro, un approfondimento anche al di fuori dell'ambito strettamente giudiziario. Un altro filone di indagine è poi rappresentato, a suo avviso, dagli ingenti finanziamenti ricevuti dalle organizzazioni non governative per sostenere la loro attività di ricerca e soccorso in mare, rinviando sul punto a quanto da lui dichiarato nella seduta del 22 marzo scorso innanzi al Comitato Schengen. Peraltro, tra il personale delle ONG vi sarebbero figure non proprio rispondenti alle caratteristiche dei filantropi.
Se il fine di solidarietà rimane sempre tra i più nobili tra quelli perseguiti dall'uomo, andrebbe considerata, sul punto, l'esistenza di interessi in gioco anche di altro tipo.»
Alcuni dei passaggi dell'intervento, su richiesta dello stesso procuratore di Catania, per ragioni di riservatezza sono stati secretati e non sono stati pertanto riportati.
Sulla base dell'intervento di Zuccaro, non è possibile non riconoscere la buona fede del suo operato. Resta però il fatto, oggettivo, che rilasciare dichiarazioni che non siano o non possano essere supportate da atti ufficiali fa sì che le ipotesi di indagine finiscano per essere delle accuse generiche che, in relazione ad un argomento sensibile ed abusato a fini propagandistici di lotta politica come quello dei migranti, non possano che essere da alcuni utilizzate strumentalmente, rischiando così di aggiungere confusione alla confusione e non certo contribuendo a fare chiarezza sul problema.