In attesa della messa celebrativa in onore di Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista, in collegamento dal Guatemala, officiata da Peter Gomez alla nona edizione della festa de il Fatto Quotidiano che si chiude questa domenica alla Versiliana, una breve considerazione sul Movimento 5 Stelle, suggerita dall'immancabile post giornaliero sul blog che fa da guida alla sua linea politica.

Il 2 settembre, l'argomento di giornata all'attenzione di attivisti e sostenitori è la mappa del potere dei Benetton.

Secondo il "MoVimento", che firma il post, "c'è un sistema di potere che ha difeso a spada tratta Atlantia e i Benetton dopo il crollo del ponte Morandi. Un intreccio di relazioni che attraversa Cda e collegi sindacali e che ci restituisce l'immagine nitida del cosiddetto capitalismo di relazione, metastasi che negli ultimi trent'anni ha trovato una sponda anche in politica."

Già nel prologo ci sono degli errori evidenti, se non madornali. Il capitalismo di relazione è iniziato nel dopoguerra, nel 1946, con Mediobanca e con chi l'ha diretta, Enrico Cuccia, che per cinquant'anni ha deciso, con la benedizione della Dc, come, quando e in che direzione dovessero svilupparsi le aziende italiane. Ed era lui a promuovere e benedire fusioni, alleanze e partecipazioni.

I giovanotti del "MoVimento", evidentemente, non hanno memoria del passato e non si disturbano a consultare riviste o libri per ovviare alle loro lacune.

Ma a parte il lato culturale, questo articolo spaventa per un altro aspetto. Il fatto che una forza di governo, che controlla le istituzioni del Paese, si scagli contro un'azienda indicandola, con un'azione di pura propaganda, come se fosse all'origine di una parte di tutti i mali d'Italia.

Utilizzando la tragedia di Genova, il "MoVimento" che governa il Paese lancia una campagna contro Atalantia e la famiglia Benetton che ne è principale azionista.

Al di là delle ragioni che possano giustificare qualunque giudizio negativo nei confronti dei Benetton, delle loro aziende e del loro modo di fare impresa, quello che preoccupa è che una forza di Governo si comporti come una forza di opposizione, senza neppure capire quali e quanto gravi possano esserne le conseguenze.

Per un Paese che si definisce democratico, esistono strumenti che ne regolano le attività. Se è stato commesso un crimine, la magistratura provvederà ad accertarlo e ad indicare quali siano le sanzioni per condannare chi lo abbia commesso.

Ma se una forza di Governo agisce in modo da far credere al Paese, o a una larga parte di esso, che una sentenza sia già stata emessa e che il colpevole sia già stato trovato, non solo aggira e rende inutile la funzione della magistratura, di cui si dà implicitamente per scontato il giudizio, ma finisce per minare le basi stesse della democrazia, facendo credere implicitamente ai "cittadini" che l'accertamento della verità non ha bisogno di un giudizio indipendente, perché è sufficiente quello del "MoVimento"... che ovviamente sta dalla vostra parte.

E questo non dovrebbe preoccupare?