Qualche giorno fa il Financial Times diffondeva il contenuto della variante del “piano per la vittoria” che Zelensky aveva mostrato a Trump a settembre.

Prima delle elezioni americane, infatti, il presidente ucraino si era presentato a entrambi i contendenti per garantirsi la continuazione del sostegno di Washington indipendentemente dal futuro vincitore del 5 novembre. Dando per scontato che la Harris non avrebbe modificato la traiettoria impostata da Biden, c’era quindi da lavorare soprattutto su Trump.

E se è vero che la stessa amministrazione democratica sta mostrando una tendenza a diminuire l’assistenza militare e finanziaria (con la recentissima eccezione dei missili ATACMS), il tandem repubblicano Trump-Vance è da sempre apertamente intenzionato a togliere gli aiuti a Kiev. La carta che Zelensky ha voluto giocare è stato allora un carico pesante, che consiste in due punti chiave.

Il primo è proporre l’impiego dei soldati ucraini per sostituire quelli americani stanziati in Europa: in questo modo, gli USA possono dislocare altrove i propri uomini e riorganizzare la loro presenza in modo magari da risparmiare mezzi.

Il secondo è offrire le risorse naturali o industriali ucraine “in condivisione” con gli alleati occidentali. Qui “condivisione” è ovviamente da intendersi come un “prendete pure, fate come se foste a casa vostra”.

Si vede bene come entrambi i punti non possano lasciare indifferente un uomo d’affari come Trump. Ed è proprio ciò su cui contano i redattori della proposta, fra cui il “falco” repubblicano Lindsey Graham, da sempre uno dei sostenitori più convinti dell’Ucraina in chiave anti-russa e anti-Cremlino.

Anche una serie di businessmen ucraini hanno avanzato in merito la loro idea, che è di mostrare a Trump un’analisi dettagliata delle opportunità di investimento e di affari che gli USA potrebbero fare nel loro Paese. Tutto ciò peraltro non contrasta con la prospettiva delle trattative e della fine delle ostilità, che anzi molti vedono come un modo per ridare fiato alla disastrata economia ucraina.

Non lo fanno per umanitarismo, ma perché se Kiev avrà un’economia più stabile e produttiva, potrà pagare i debiti contratti con i creditori occidentali, in primis l’americana BlackRock.