Oggi si apre ufficialmente il Conclave per l’elezione del 267esimo Pontefice della Chiesa cattolica. Un evento solenne, antico e impenetrabile, che da secoli si svolge seguendo regole rigorose e rituali millenari. Alle 16.15, la processione dei cardinali partirà dalla Cappella Paolina, guidata dal cardinale Pietro Parolin, il più anziano per nomina, che avrà l'onere di presiedere l'intero Conclave. Il momento culminante sarà segnato dalla formula latina "Extra omnes", pronunciata dall’arcivescovo Diego Ravelli, che segnerà l’uscita di tutti gli estranei: da quel momento, la Sistina sarà off-limits.
Il voto sotto il giudizio degli affreschi di Michelangelo
La Cappella Sistina, bonificata da ogni possibile intrusione elettronica o fisica, sarà il centro operativo della scelta. I 133 cardinali elettori scriveranno a mano, su una scheda, il nome del candidato prescelto accompagnato dalla formula “Eligo in Summum Pontificem”, prima di inserirla nell’urna. Il quorum necessario è quello dei due terzi: 89 voti per proclamare il nuovo Papa. Ogni scrutinio sarà seguito dalla combustione delle schede, il cui esito verrà comunicato al mondo esterno attraverso il famigerato comignolo: nero se non c’è accordo, bianco se il Papa è stato eletto.
La chimica della speranza: fumate sotto controllo
Dal 2005, per evitare malintesi come quelli accaduti in passato, le fumate sono prodotte con l’ausilio di composti chimici: nero grazie a perclorato di potassio, antracene e zolfo; bianco con clorato di potassio e lattosio. La prima fumata è attesa già stasera intorno alle 19, ma è altamente improbabile che si tratti di quella decisiva. Le statistiche parlano chiaro: nei conclavi recenti, la scelta del Papa ha richiesto almeno due giorni.
Chi sarà il nuovo Papa? Il profilo tracciato dai cardinali
Durante le congregazioni generali, i cardinali hanno delineato l’identikit del futuro Pontefice. Deve essere una figura vicina alla gente, capace di interpretare le sfide di un mondo disorientato e in crisi d’identità. Un “pontefice” nel senso più autentico del termine: costruttore di ponti tra la Chiesa e un’umanità sempre più frammentata. Un pastore con i piedi per terra, capace di toccare le vite concrete delle persone, come ha riferito il portavoce vaticano Matteo Bruni.
Tempistiche e precedenti: nessuna corsa al Papa
Chi spera in un “habemus papam” già stasera rischia di rimanere deluso. Guardando alla storia, anche nei conclavi più rapidi ci sono voluti almeno due giorni per raggiungere un consenso. Paolo VI fu eletto in tre giorni nel 1963. Giovanni Paolo I dopo due. Giovanni Paolo II richiese quattro fumate in tre giorni. Ratzinger (Benedetto XVI) fu eletto al quarto scrutinio nel secondo giorno. Papa Francesco emerse solo al quinto scrutinio, il giorno successivo all'inizio del Conclave.
Controllo totale e silenzio assoluto: Santa Marta come cittadella blindata
Dalla giornata di ieri, i cardinali hanno preso possesso delle loro stanze a Casa Santa Marta, assegnate per sorteggio. La famosa stanza 201, che fu di Papa Francesco, resterà chiusa. I dispositivi elettronici sono inutilizzabili: le aree coinvolte nel Conclave sono schermate per garantire l’assoluta riservatezza. I porporati si sposteranno tra la residenza e la Sistina a piedi o con un apposito minibus, lungo un percorso di un chilometro sorvegliato in ogni dettaglio.
Il mondo guarda il comignolo della Sistina, simbolo di attesa e mistero. Da lì verrà il segnale: nero o bianco, in ogni caso carico di significato. La scelta del nuovo Papa non è solo un fatto religioso: è un evento globale, e il tempo per decidere, in fondo, non manca. Meglio uno o due giorni in più che un errore di secoli.