In Italia c’è un forte astensionismo, è arrivato a circa il 40% degli aventi diritto al voto, è una percentuale molto rilevante e rappresenta un ulteriore pericolo per una democrazia solo apparente perché di fatto svuotata delle sue prerogative fondamentali. Se si “analizza” il voto alla fine delle ultime tornate elettorali politiche emergono con chiarezza due elementi che i partiti hanno tenuto in considerazione per gestire le campagne elettorali: in primis l’astensionismo è un elemento che riduce con certezza il campo dove lavorare per rimediare i voti; in secundis i partiti fanno affidamento sui voti di coloro che hanno ricevuto favori e di coloro che hanno ottenuto posti di lavoro.

Nelle politiche del 2018 infatti vi è stato uno “spostamento” di voti dal PD al M5S, per gli altri partiti ha retto lo “zoccolo duro” e gli incrementi sono dovuti da quella parte “ondivaga” degli elettori che vota guidata dalle campagne d’informazione pilotate dalle testate nazionali; c’è invece chi vota scheda bianca o chi vota per far annullare la scheda.

Ma il grande inganno per i cittadini sono le liste dei candidati stilate dai partiti: agli elettori viene confezionata e servita un’offerta “tossica” infatti gli aspiranti sono scelti e proposti dai partiti in base alle esigenze dei comitati d’affari che pilotano di fatto le elezioni.  L’astensionismo scaturisce da un’esigenza morale di rifiutare il ruolo di complice del “sistema” ma questo non risolve il problema perché si abbandona il campo al “nemico” della democrazia senza fare nulla. I cittadini sono stati sistematicamente allontanati dalla partecipazione attiva nelle amministrazioni locali infatti liste e programmi (inesistenti) si decidono in riunioni svolte nei salotti delle “élite” locali: avvocati, medici, direttori generali di aziende pubbliche, architetti, ingegneri che pur appartenendo a schieramenti diversi al momento delle elezioni,  decidono preventivamente e amichevolmente come gestire risorse e iniziative escludendo le reali esigenze dei cittadini, le numerose associazioni registrate presso le amministrazioni comunali non sono altro che dei “collettori di voti”.

Queste “patetiche caste locali” hanno messo in ginocchio le economie comunali  permettendo tra l’altro le infiltrazioni mafiose nel tessuto produttivo legale, soffocano sistematicamente ogni iniziativa indipendente e favoriscono le attività dei loro consociati; i liberi professioni si prestano a collaborare nelle operazioni illegali poste in essere da amministratori corrotti che li compensano con incarichi e favori; il mercato del lavoro di livello è precluso a chi non appartiene alla catena alimentare delle cricche locali. L’aspetto più inquietante che si è consolidato è il controllo capillare del territorio sul modello mafioso, in ogni paese  c’è una chiesa e una caserma dei carabinieri questi ultimi sono un prezioso filtro per disattivare le denunce a carico di amministratori pubblici, funzionari pubblici, avvocati, medici, commercialisti, notati, imprenditori corrotti, addirittura si prestano ad operazioni di intimidazione presentandosi ad effettuare dei controlli illegittimi perché immotivati in cantieri legalmente autorizzati o nelle abitazioni senza fornire alcuna spiegazione, lo posso affermare senza temere di essere smentita perché ne sono stata vittima e, sempre per esperienza personale, forniscono supporto ad individui che commettono gravi reati intervenendo per coprire le loro responsabilità prestandosi ad inquinare la verità a danno della vittima.

Anni fa, ero al supermercato del centro commerciale locale, il marito di una delle cassiere affermava di essere appartenuto ai servizi segreti (era un carabiniere in pensione) e ridendo diceva che andavano a “caccia di streghe”, una signora che stava pagando la sua spesa, vedendo un tale atteggiamento e sentendo quello che stava dicendo gli replicava che, invece di andare a caccia di streghe, dovevano dare la caccia agli spacciatori e concludeva che i suoi ex colleghi si facevano pagare per “non vedere” i punti di spaccio indicati con dei cartelli. La signora ci chiarì il mistero dei cartelli messi un po' ovunque con su scritto “dio c’è” e “idem”: erano gli indicatori dei punti vendita degli spacciatori albanesi addirittura un cartello era stato piazzato in bella vista a circa trenta metri dalla locale caserma. Molti anni fa vi era stato un altro clamoroso episodio: in una trattoria “gestita” da casertani si svolgeva un fiorente traffico di droga a dieci metri dalla sede locale dei tutori dell'Ordine infatti tra l’attività di copertura e  la caserma vi era una strada, vi lavorava “al nero” come cameriere un impiegato napoletano del Tribunale di Civitavecchia: l’attività andò avanti per anni, fu il proprietario dell’immobile che per sfrattare gli inquilini che non pagavano l’affitto dovette denunciarli.

Altro asso nella manica del “sistema corruttivo” sono i vigili urbani che commettono abitualmente e, soprattutto impunemente (grazie ad una magistratura miope e distratta) l’omissione in atti d’ufficio e spesso il favoreggiamento: a testimonianza di ciò che affermo vi è il vergognoso fenomeno dell’abusivismo edilizio addirittura vi sono ditte “specializzate” nelle costruzioni illegali che offrono un “pacchetto tutto compreso” al prezzo di 40 milioni (di vecchie lire) la notizia risale alla fine degli anni ’90 che fa scattare la “cecità e la complicità” delle autorità preposte, la stessa “cecità” scatta per le violazioni e gli abusi consumati pubblicamente per puro sfregio a danno di cittadini onesti da parte di individui appartenenti alla più squallida e corrotta partitocrazia locale con addentellati nella P2: queste forme di violenza e violazione del diritto costituzionale alla libertà e all’auto determinazione personale accade quando il cittadino non lo si può corrompere o ricattare allora la sua vita lavorativa, familiare, sociale, viene annientata attraverso una sistematica e capillare campagna diffamatoria che lo espone ad aggressioni e lo isola riducendolo alla completa rovina finanziaria e patrimoniale come è accaduto alla scrivente in seguito al “siluramento” di un inceneritore che avrebbe compromesso irreversibilmente l’ambiente, la salute pubblica e la riserva idrica del lago di Bracciano .

Ho più volte parlato del nuovo e di gran lunga più pericoloso fenomeno delinquenziale che si è sviluppato impunemente in Italia che si affianca alle organizzazioni mafiose quello della “criminalità istituzionale” sorretto da una consistente porzione della collettività con il voto di scambio e vari illegittimi favori: le assunzioni e le carriere vengono gestite da questa struttura criminale che di fatto gestisce lo Stato, che ha eretto un muro di gomma dinanzi alla maggioranza dei cittadini escludendoli dal libero esercizio dei loro diritti costituzionali e la realizzazione delle loro legittime aspirazioni.

Gli italiani devono rendersi conto che stanno offrendo uno spettacolo indegno dinanzi agli altri paesi dell’UE, che vivono con timore i rapporti con i nostri esponenti politici che tutto rappresentano fuorché la volontà dei cittadini. La realtà del Paese è fuori dagli interessi di queste marionette che personificano e curano la realizzazione dei programmi prestabiliti dal gotha economico che saccheggia le risorse pubbliche destinandole alla catena alimentare dell’imprenditoria parassita e dei fiancheggiatori partitocratici. Criticano il sistema burocratico da loro stessi posto in essere perché in realtà serve a giustificare l’indegna pratica della corruzione.

Se ci fosse una reale partecipazione dei cittadini alla politica del Paese nelle liste scomparirebbero molti mestieranti; si aprirebbero delle concrete prospettive di buon governo promosso da candidati motivati ed onesti e un voto libero dai ricatti produrrebbe un Parlamento efficiente che emanerebbe leggi buone invece è sotto i nostri occhi quello che sta succedendo: abbiamo perso le redini del nostro destino collettivo e di riflesso anche quello personale per non parlare delle conseguenze che ricadranno sulle spalle delle future generazioni.

Io non sono “grillina”, non voto da circa trent’anni ma spero che l’ex premier Conte possa realizzare il modello sociale ed economico etico attuato con successo da Adriano Olivetti negli anni ’60 per dare inizio alla concretizzazione dei principi costituzionali per una società migliore, fatta a misura dell’essere umano e non sacrificata al profitto.

I partiti sono divenuti uno strumento di controllo della vita economica, politica e sociale a danno dei cittadini, non vi è futuro quando un apparto pubblico è asservito agli interessi di pochi che detengono la maggior parte delle risorse collettive contravvenendo al principio costituzionale della equa redistribuzione della ricchezza prodotta determinando disuguaglianze e sacche di povertà.

Lo dimostrano i duri attacchi che Confindustria sferra contro l’istituto del Reddito di cittadinanza, uno strumento che si è rivelato una salvezza dalla fame per milioni di cittadini soprattutto durante la pandemia. 

Per misurare la mala fede di coloro che percepiscono 12.000,00 euro al mese per sedersi nelle poltrone di un Parlamento “svilito” dalla loro presenza e da coloro che evadono sistematicamente le imposte mentre i percettori dello scandaloso Reddito le pagano tutte fino all’ultimo centesimo anche per loro,  poniamo due cifre a confronto: il Reddito costa annualmente 9 miliardi contro i 60 miliardi di evasione,  per non parlare delle baby pensioni, dei continui sussidi pubblici che percepiscono le imprese oltre a consistenti sgravi fiscali e una sequela di benefits: costoro non hanno fondo!

Questo sistema ha solo creato disuguaglianze e povertà, occorre sradicarlo e sostituirlo con una sana amministrazione dello Stato e delle risorse comuni. Se si deve parlare di parassitismo allora parliamo dell’imprenditoria italiana che poco rende e molto prende. La povertà in Italia è stata provocata dalle scelte economiche criminali e dalla vergognosa svendita del patrimonio pubblico che doveva garantire il nostro presente e un futuro alle nuove generazioni il cui ricavato è stato letteralmente divorato da questi squali in preda alla frenesia “alimentare” che ha lasciato un debito pubblico stratosferico.

Concludo con il gravissimo danno ambientale provocato dai loro rifiuti tossici che li hanno sparsi ovunque per aumentare il loro profitto: Confindustria iniziasse a pagare i danni ambientali che ha provocato!

Una sana politica eliminerebbe i veri parassiti: essere poveri è una disgrazia non una vergogna; essere parassiti è una scelta criminale e un disonore.