È indubbio che la propaganda sia comune a tutti i partiti, grandi e piccoli, vecchi e nuovi. Lo è adesso, così come lo era in passato. Non c'è da stupirsene.

Quello che però stona, negli ultimi tempi, è l'enfasi con cui si cerca di far credere agli italiani, almeno a quelli che hanno espresso il proprio consenso per uno dei partiti adesso al Governo, quanto siano eccezionali dei provvedimenti che, ben che vada, si potrebbero giudicare di ordinaria amministrazione.


A riprova di ciò, il post pubblicato quest'oggi sul "blog delle Stelle" dove, con un entusiasmo fuori luogo, il vicepremier Luigi Di Maio annuncia l'avvio di quello che lui definisce «un grande piano di investimenti per i piccoli comuni: 400 milioni di euro per le opere pubbliche.»

«Con la manovra del popolo - scrive Di Maio - abbiamo varato il più grande piano di investimenti pubblici per i piccoli Comuni degli ultimi anni. A partire da oggi saranno assegnati ben 400 milioni di euro per realizzare le opere pubbliche di messa in sicurezza delle infrastrutture. Grazie al ministro Riccardo Fraccaro, che ha lavorato a questa norma, i sindaci dei Comuni fino a 20mila abitanti possono finanziare interventi a favore di strade, scuole, edifici pubblici e beni del patrimonio comunale.

Archiviata la stagione dell’austerity il Governo del cambiamento punta a misure espansive e investimenti produttivi, finalmente si aprono cantieri per finanziare opere utili diffuse sui territori.»


Adesso un breve inciso per ricordare che in Italia, dei quasi 8mila Comuni presenti, sono circa 7500 quelli fino a 20mila abitanti. Pertanto, in media, dovrebbero spartirsi tra tutti circa 50mila euro ciascuno per costruire o risistemare strade, scuole, edifici pubblici e beni del patrimonio comunale.


Di Maio però chiarisce che le risorse saranno distribuite in maniera mirata ai Comuni in base al numero degli abitanti, e ci saranno fino a 100mila euro per finanziare gli interventi fin da subito, e che questi dovranno partire entro il 15 maggio. Il 50% dei lavori sarà pagato all'avvio, mentre il saldo verrà corrisposto dopo il collaudo.

Questi fondi saranno stanziati solo per nuovi progetti, aggiuntivi rispetto a quelli già programmati in passato dalle autorità locali.


Il provvedimento, associato alla legge di bilancio, è sicuramente da applaudire, ma è fuor di luogo l'enfasi che Di Maio gli attribuisce. Infatti, considerando anche le spese relative ai processi burocratici associati ad una qualsiasi opera, insieme al budget complessivo ed al tetto massimo di spesa per ripartirlo tra tutti i piccoli Comuni italiani, è chiaro che gli interventi che i Comuni potranno effettuare saranno residuali e che difficilmente - al contrario di quanto afferma Di Maio - «serviranno a migliorare la qualità della vita dei cittadini.»

Ed ancor più grottesca risulta essere l'affermazione conclusiva nel post di Di Maio: «È un’operazione senza precedenti di cui siamo estremamente orgogliosi, perché servirà a varare un piano straordinario di manutenzione pubblica e stimolerà la crescita del Paese.»


Che uno pensi che 400 milioni di euro possano stimolare la crescita della terza economia in Europa e di una delle prime dieci al mondo è del tutto legittimo nel caso sia un comune cittadino. Ma che a dirlo sia uno dei due politici che, di fatto, governano il Paese, allora è realmente preoccupante.